E’ stato presentato ieri a Berlino il Global Corruption Report sullo Sport realizzato e pubblicato da Transparency International, associazione leader nella lotta alla corruzione. Contestualmente a Milano, in collaborazione con l’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione del Comune di Milano, Transparency International Italia ha organizzato un incontro di dibattito e discussione con la stampa e con il pubblico presso la sala Alessi di Palazzo Marino.
Il Global Corruption Report sullo Sport, con oltre 60 contributi specialistici fornisce una panoramica amplia e strutturata sulle dinamiche e sulle cause della corruzione negli ambiti sportivi. Delinea altresì un insieme di raccomandazioni derivate dalle evidenze, dagli studi e dalle practices identificate dai principali esperti del settore, al fine di poter “ripulire il mondo dello sport”, attraverso strumenti di contrasto appropriati da applicare ai vari contesti specifici.
Gli argomenti trattati comprendono le interferenze politiche nel calcio asiatico, la corruzione nello sport africano, i rischi di match-fixing nel calcio, il lascito della Coppa del Mondo e delle Olimpiadi in Brasile, il finanziamento delle Olimpiadi invernali di Sochi, i flussi di denaro della Coppa del Mondo in Russia, il controllo politico del calcio in Ungheria, la governance del cricket in Bangladesh, gli assetti proprietari delle società di calcio nel Regno Unito, e molto altro ancora.
“Lo sport è un fenomeno globale che impegna miliardi di persone e genera un fatturato annuo di più di 145 miliardi US $, come leggiamo nel Report – afferma Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia – Se la corruzione nello sport non è una novità, la recente pervasività di malgoverno e scandali, quali in FIFA e ancora più recenti nel mondo del tennis, rischia di minare la vera essenza dello sport e tutti i grandi vantaggi che lo sport adduce sia allo scenario economico e sociale dei territori, sia nell’impatto etico ed educativo sulle società civili.”
La lotta contro la corruzione nello sport è possibile. Il Report sottolinea la necessità di una maggiore partecipazione di tutti gli attori coinvolti: le istituzioni governative nazionali e locali, le leghe, le federazioni, le associazioni sportive, le organizzazioni sportive internazionali (ISOs), gli sponsor e le 2 emittenti che finanziano le attività sportive, le città e i cittadini che ospitano i grandi eventi, gli atleti e i tifosi che acquistano i biglietti.
“Il Governo italiano è pienamente consapevole della rilevanza dello sport ai fini del rilancio del Sistema Italia, dell’importanza di dedicare una crescente attenzione ai temi etici – dichiara Francesco Tufarelli, Coordinatore dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri – A riguardo è già attivo in costante sinergia con il CONI con particolare riferimento alle azioni di contrasto al match-fixing e al doping.”
Nel Report è stata inclusa la pratica in corso del Codice Etico dello Sport per la Città di Milano, un’iniziativa promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Transparency International Italia e Avviso Pubblico. Oggi sono già 45 su 113 le società sportive concessionarie di impianti pubblici del territorio che lo hanno adottato e lo stanno attuando.
“Il Codice Etico dello Sport si prefigge di rafforzare e valorizzare il rilevante ruolo sociale, culturale e comportamentale che lo sport diffuso, correttamente praticato e condotto, sviluppa a favore delle persone e delle comunità, in modo che le società sportive siano più attrezzate a migliorare la qualità del servizio offerto, il rapporto con gli utenti, a reperire fondi, a migliorare la propria reputazione e immagine; ha lo scopo di auto-tutelarle da comportamenti impropri e dai crescenti rischi di coinvolgimento, spesso involontario, in dinamiche di illegalità minori o, purtroppo non così infrequenti anche a livello di base, questioni di doping, manipolazioni dei risultati, scommesse illegali, violenza, razzismo, agonismo precoce ed esasperato, talvolta collegate a possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.” – afferma Caterina Gozzoli, Direttrice di ASAG, Università Cattolica, psicologa esperta di politiche sociali dello sport.
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