
La ricerca di Ettore Frani – scrive la curatrice Chiara Canali – riflette sui temi della luce e dell’ombra come analogia, per alludere alla dimensione dello spirituale che parla attraverso le cose della terra e, primariamente, attraverso le manifestazioni della Natura.La pittura a olio conferisce alle sue tavole la profondità della quadricromia attraverso l’uso del bianco e nero, l’estensione delle scale dei grigi, la scansione quasi geometrica del chiaroscuro,concepito come la vera forza modellante che crea profondità e volumi nelle forme.

L’opera centrale dal titolo Il dono presenta ai suoi lati i sudari dei sommersi, che appare come una sorta di immagine della Sindone. Il dittico è composto da tele immacolate, plastiche, nelle quali si raccolgono all’interno le tracce invisibili della nostra mortalità. La pesantezza e la gravità del corpo, figura dell’uomo, e la levità e la leggerezza della grazia divina vengono incarnate dal trittico L’ombra e la grazia, nel contrasto tra ombra e luce da cui emerge la forma simbolica del principio di riconciliazione.
Ettore Frani nasce a Termoli nel1978. Si diploma in Pittura presso AABB di Urbino e Bologna. Dal 1998 espone in mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati. Nel 2010 vince il Premio Artivisive San Fedele Il segreto dello sguardo, è invitato al LXI Premio Michetti ed espone alla Galleria San Fedele di Milano nella mostra Risonanze. Nel 2011, in occasione della personale Limen a L’Ariete di Bologna, esce la sua prima monografia d’artista (Vanillaedizioni) con testi di Stefano Castelli e Massimo Recalcati.