L’oratorio si rinnova

di Fabrizio Annaro

Per molti l’oratorio ha rappresentato una tappa fondamentale della vita. Per diverse persone l’oratorio ha segnato la propria adolescenza: amicizie, divertimento, sport, religiosità, amori … Negli anni ’70 (ed anche dopo) i genitori si sentivano tranquilli pensando i propri figli all’oratorio.

L’oratorio è stato un luogo di crescita, di formazione  e di preparazione alla vita sociale e lavorativa. Non c’è bisogno di scomodare Indro Montanelli per ricordare (lui lo faceva spesso)  che una buona parte della classe dirigente italiana arrivava da lì, dagli oratori.

Mentre in Inghilterra sia i Labour che i Conservatori si sono formati nei College, in Italia, invece, gli oratori, la chiesa, le organizzazioni come CL o Azione Cattolica sono state degli incubatori di grande valore. Non solo.

Una buona parte di imprenditori ha fatto esperienza fra le “aule e fra i campi dell’oratorio”.  Anche i ragazzi considerati “difficili” non hanno disdegnato di frequentare “i muretti dell’oratorio”, giocare con la palla, indispettire il parroco di turno.

A un certo punto questo luogo ha cessato di emanare il suo “fascino attrattivo” e i percorsi esistenziali dei giovani si sono articolati e “dispersi” in mille strade. La secolarizzazione del nostro paese ha influenzato le scelte delle famiglie che all’oratorio hanno preferito luoghi diversi, “più laici”.

Secondo Cristina Tomatis, Responsabile del progetto GACI (Giovani e adulti crescono insieme), “la chiesa si trova ad attraversare negli ultimi decenni una situazione di forte cambiamento. La mancanza di sacerdoti mette in crisi l’impostazione educativa tenuta nel secolo scorso che si basava, appunto, sulla loro presenza. Il risultato sono gli oratori chiusi. Questo profondo cambiamento obbliga il mondo ecclesiale ad un ripensamento della sua organizzazione che non potrà più prescindere da un lato dal coinvolgimento dei laici per alcune attività e dall’altro dalla presenza di professionisti che possano farsi carico delle tante problematiche educative generate dalla complessità dei tempi che stiamo vivendo.”

 La chiesa si interroga:alcune Parrocchie pensano a nuovi progetti

A febbraio 2020 alcuni drammatici fatti di cronaca hanno coinvolto alcuni giovani del nostro quartiere che si sono tolti la vita a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro. A questi drammatici eventi si sono aggiunti gli  “appelli” di famiglie, educatori e docenti affinché si affrontasse con intelligenza ed efficacia il crescente disagio giovanile.

Di fronte a questa “catastrofe educativa”, La Comunità Pastorale “Ascensione del Signore” di Monza, che raggruppa le parrocchie di San Pio X, Santa Gemma e San Biagio, si è interrogata su questi temi, soprattutto vedendo come la fragilità dei giovani sia aumentata dall’evento della pandemia di Covid 19.

“Era inevitabile – aggiunge Cristina – che questo itinerario di riflessione culminasse nell’elaborare un nuovo progetto per rilanciare l’oratorio e la sua bellezza. Anche il parroco di San Biagio, Don Umberto Oltolini, ha dimostrato grande interesse ed apertura al cambiamento.”

Con il progetto “Giovani e adulti crescono insieme GACI” è stata avviata una vera e propria ricostruzione della vita degli oratori a partire da zero; a partire, cioè, dalla costruzione di una rete di enti del territorio che si ponesse l’obiettivo di progettare insieme ai sacerdoti un nuovo modo di veicolare quei valori educativi e di fede che la chiesa ha sempre portato avanti.

Per far sì che non sia un’opera fine a sé stessa,è stato chiesto all’Università Cattolica un’opera di monitoraggio e alla Caritas Ambrosiana un percorso di formazione.

Il progetto intende così creare un modello che possa essere replicato anche in altre parrocchie interessate a questo tipo di processo.

Il progetto “Giovani e Adulti Crescono Insieme”, inoltre,  opera in maniera sistematica attraverso proposte e attività mirate al coinvolgimento della comunità. E’ nata, dunque, un’alleanza che coinvolge gli Oratori San Biagio, San Pio X, Santa Gemma, La cooperativa Fraternità Capitanio, il doposcuola San Biagio gestito dall’associazione E-Lab, Spazio Colore che fa capo a Caritas, l’associazione San Vincenzo de Paoli, la cooperativa La Nuova Famiglia, la cooperativa Sociosfera e molti gruppi parrocchiali.

I rappresentanti di questi enti si sono incontrati per pensare e realizzare una proposta estiva che rispondesse al desiderio comune di dare ai ragazzi e alle loro famiglie l’opportunità di vivere il tempo estivo come tempo di socializzazione e di crescita.

Insieme si è progettato un mese di giugno negli oratori ricco di esperienze aggregative, di gioco, di laboratori e di uscite alla scoperta del territorio: 600 ragazzi, 80 adolescenti animatori e 50 volontari adulti, oltre agli educatori professionali e ai sacerdoti stanno vivendo un percorso estivo ricco di relazioni.

L’esperienza continuerà anche nel mese di luglio con una proposta variegata. Ragazzi e famiglie potranno scegliere non solo le vacanze proposte dagli oratori per bambini, preadolescenti e adolescenti ma anche il “Fraternicamp” per chi rimane in città.

La Cooperativa Fraternità Capitanio, infatti,  porta negli oratori la sua decennale esperienza di camp estivi e, nell’oratorio San Biagio, gli educatori di Fraternità Capitanio, del progetto GACI e di e-lab, con il prezioso supporto di alcuni volontari, accoglieranno i bambini e le bambine della scuola primaria (a numero chiuso e previa iscrizione) e li accompagneranno nel proseguimento di un’estate ricca di proposte educative: gioco, compiti, piscina, gite e molto altro.Dopo una breve pausa, il “Fraternicamp” riprenderà da fine agosto fino all’inizio della scuola.

“Lo spirito che anima il progetto GACI – afferma Morena Penati  la coordinatrice del progetto GASCI – è di apertura, collaborazione, scambio e reciprocità e rappresenta il cuore di questa estate in rete che si  realizza grazie al contributo degli educatori del progetto ma anche e soprattutto dei numerosi volontari. Volontari che rivestono il preziosissimo ruolo di essere adulti che donano il loro tempo per stare insieme ai ragazzi. Ma anche adolescenti che decidono di dedicare parte della loro estate a un servizio per la comunità.“

Giovani e adulticrescono insieme – conclude Cristina – ha infatti l’obiettivo di riportare negli oratori, negli enti partner e nella comunità intera il valore della relazione tra pari e tra generazioni diverse, in un continuo scambio di esperienze e di pensieri.

In questo senso, la ricerca di nuove forze è sempre attiva, basta contattare gli educatori del progetto GACI alla mail [email protected]

 

 

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