Letture d’estate e non solo. L’ultimo respiro del corvo. L’omicidio Caravaggio è il titolo del libro a due mani: Silvia Brena e Lucio Salvini, giornalisti e scrittori entrambi. Brena ha diretto giornali femminili e ora insegna in Cattolica, a Milano, content creation e scrittura creativa; Salvini è stato direttore generale della Ricordi e amministratore delegato della Fonit Cetra.
Dunque, vi domanderete, che cosa hanno da raccontare su uno degli artisti più amati e più studiati almeno nell’ultimo secolo? Il loro è un romanzo, anzi per essere più precisi, un giallo. Per almeno quattro anni, Silvia e Lucio hanno scartabellato carte d’archivio e frequentato studiosi per poter dare senso compiuto all’idea che dietro l’ultima opera di Michelangelo Merisi, Il martirio di Sant’Orsola, suo ultimo dipinto poco prima della morte nel 1610, potrebbero esserci precise indicazioni sui suoi ultimi, disperati, giorni di vita.
A indagare sul caso, i due scrittori hanno nominato Dante Hoffman, raffinatissimo e colto critico d’arte, curatore di fama internazionale e grande esperto di Caravaggio. A lui hanno affidato l’incarico di trovare risposte alle numerose domande sulla morte del Caravaggio.
Nell’ultimo periodo della sua vita – spiegano gli autori – il Merisi era inseguito da tutti: Cavalieri di Malta, Guardie Pontificie, cacciatori di taglie. Fugge da Malta e poi da Napoli, ma siccome capisce che è in atto una congiura contro di lui, decide di denunciare coloro che riteneva i suoi nemici proprio nel Martirio di sant’Orsola e nel dettaglio di una mano nera e di una piccolissima cicatrice molto difficilmente attribuibile ai personaggi dipinti da Caravaggio.
Un’ipotesi suggestiva e intrigante, degna di un giallo. Il martirio di Sant’Orsola è commissionato a Napoli dal banchiere genovese Marcantonio Doria per celebrare la santa protettrice della sua famiglia. Caravaggio lo esegue in poco tempo, proprio perché in procinto di partire per Roma dove il Papa gli ha appena concesso la grazia per la condanna a morte per l’omicidio di Ranuccio Tommasoni. Oggi la tela è conservata a Napoli, a Palazzo Zevallos, ed è di proprietà di Intesa Sanpaolo.