Madre Fernanda Riva, canossiana, nata a Monza il 17 aprile del 1920 e morta a Bombay, in India il 22 gennaio 1956, potrebbe diventare la seconda beata monzese, dopo Mons.Talamoni. Dichiarata “venerabile” da Benedetto XVI il 28 giugno del 2012, è ricordata come la “missionaria della gioia”.
Partì da Monza allo scoppio della II guerra mondiale, nel 1939, a diciannove anni, si laureò e insegnò a Bombay fino al 1950, quando fu chiamata a completare la fondazione nel Kerala, nel sud dello stato indiano, dell’unico College Universitario femminile che diresse con onore nel rispetto delle differenti fedi, culture, tradizioni.
Mai trascurò i poveri, e volle istituzionalizzare nel curriculum studentesco la possibilità di esperienze caritative verso malati ed emarginati. Vi partecipò lei stessa con le sue insegnanti ed alunne, animata da desiderio di rendere la testimonianza cristiana ed umana capace di empatia e prossimità.
Madre Fernanda seppe ben adattare nel contesto scolastico indiano la vivace esperienza scolastica e oratoriana vissuta a Monza, in via San Martino, dove maturò la vocazione alla vita consacrata e alla missione. Fu a sua agio da ragazzina quanto da religiosa con lo sport, l’impegno, la drammatizzazione, le gite, gli scherzi buoni ed umoristici. Volle aprire corsi serali per analfabete e gente di campagna, e lavorò per la promozione umana della donna in una cultura dove nascere donne era, e ancora è, segno di emarginazione e subordinazione.
L’India da lei conosciuta era quella colonia inglese che nel dopoguerra guadagnò l’indipendenza ad opera della predicazione di Gandhi, e visse il delicato momento di confuse agitazioni che portarono alla separazione degli islamici in Pakistan e Bangladesh. Cercò la convivenza pacifica delle fedi nella preghiera assidua vissuta con attimi di confidenza mistica. Mai volle che il progresso delle alunne avvenisse a scapito di ulteriore distanza dai poveri, studiò come sviluppare armonicamente la persona ed il contesto sociale.
Da sempre aveva fatto sua l’impresa di essere motivo di sollievo, conforto, consolazione e gioia delle varie comunità che la videro operare. Il sorriso accompagnò anche la sua personale vicenda di malattia e sofferenza intensa. A soli 35 anni, colpita da un tumore terminò la sua vita esemplare per bontà e capacità. La sua realtà scolastica costituisce ancor oggi una delle strutture più moderne per proposta educativa e didattica, ospita milleduecento iscritte suddivise nelle nove facoltà e due corsi post laurea. A sessanta anni dal suo decesso, si intende quest’anno far conoscere a Monza, sua città natale, qualcosa del suo operato e del suo pensiero positivo, capace di suscitare ammirazione in chiunque l’abbia incontrata e conosciuta in India..
Maria Grazia Simoncini Fabris