a cura di Fridays For Future Monza
In un mondo in continuo movimento bisogna ridefinire come ci si sposta. Pur non costituendo le uniche cause di impatto ambientale, mobilità e trasporti rappresentano uno snodo cruciale in materia di emissioni.
Da un lato, è in costante aumento la circolazione di automobili private, alimentate prevalentemente da combustibili fossili e impiegate, in particolar modo, per il trasporto di singoli nel raggio di 5 km. Un’abitudine malsana da tutti i punti di vista, poiché tali vetture incrementano le probabilità di manifestare difficoltà respiratorie dovute all’emissione di PM10 e PM2,5 e provocando talvolta dei risvolti cancerogeni. Come rimediare?
Visto lo stato di emergenza, risulta urgente l’attuazione di un piano efficace di mobilità urbana sostenibile, adatto a Monza e attuabile nell’immediato per valorizzare le potenzialità del comune, con l’apertura a eventuali rettifiche una volta conclusosi questo periodo di transizione.
Un primo passo può essere sicuramente incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici, così da diminuire il traffico motorizzato e le conseguenti emissioni. Nonostante i giusti timori suscitati dalla situazione attuale, con le dovute precauzioni e una corretta responsabilizzazione dei cittadini queste preoccupazioni sarebbero sensibilmente ridotte, soprattutto se si rendessero tali servizi gratuiti per i residenti, quanto meno nelle fasi iniziali. Successivamente, nel caso in cui queste misure risultassero valide, si potrebbero estendere anche ai visitatori, offrendo un’alternativa sostenibile al trasporto privato.
La seconda proposta è quella di optare per mezzi privati che non necessitino di altra energia che della nostra. Con la bicicletta è infatti possibile muoversi in aree urbane rispettando l’ambiente e anche noi stessi, abbattendo i limiti delle autovetture per quanto concerne il posteggio e la circolazione nelle zone a traffico limitato. Senza dimenticare che le biciclette sono in grado di connettere non solo tutte le generazioni, dai giovanissimi agli anziani, ma anche abili e disabili che, grazie alle apposite varianti meccaniche, sono riusciti a partecipare alle Critical Mass organizzate a Monza da Fridays For Future, in collaborazione con le realtà locali che da tempo si battono per una mobilità più salutare.
D’altro canto, non sono trascurabili i numerosi vantaggi che rendono questo mezzo perfetto per la delicata fase storica in cui viviamo, basata sul distanziamento sociale. Infatti, oltre a velocizzare gli spostamenti rispetto alla semplice camminata, la bicicletta è anche in grado di semplificare il mantenimento delle corrette distanze, al fine di evitare sgradevoli incidenti dovuti a urti o scatti improvvisi.
Per queste ragioni, lo Stato Italiano sta attualmente incentivando l’impiego di biciclette e monopattini elettrici tramite lo stanziamento di bonus destinati al loro acquisto, per poter riprendere lentamente la nostra quotidianità. Questa ripartenza tiene conto, e non potrebbe fare altrimenti, dei progressi verificatisi in campo ambientale durante la quarantena.
Ad ogni modo, non si può spingere per una mobilità più pulita se mancano strade percorribili in sicurezza dai mezzi sostenibili. Purtroppo Monza, da questo punto di vista, presenta vistosi deficit: le piste ciclabili di cui è dotata non sono ben collegate tra di loro; la frequenza di buche e barriere, oltre alla scarsa visibilità serale, contribuiscono a renderle pericolose, ostacolando l’utenza tanto ai ciclisti quanto a chi, per motivi fisici e tecnici, ha bisogno di più ampi spazi di manovra, come nel caso di handbike o cargobike.
A tal riguardo, rappresentano degli esempi virtuosi i comuni di Bologna, Collegno (TO), Firenze, Foggia, Milano, Pesaro e Roma, differentemente attrezzati e dotati di una vasta rete di piste ciclabili che permette di raggiungere facilmente, in poco tempo e in sicurezza il centro cittadino e le zone più limitrofe. In particolare, nel comune di Pesaro si è costituita una vera e propria Bicipolitana, mentre nella stessa direzione si sta muovendo la città di Padova, che l’anno scorso ha approvato un progetto con il quale si prevede di raggiungere un totale di 300 km di pista ciclabile entro i prossimi due anni.

Perché non applicare un piano simile a Monza?
All’interno del nostro comune sono già state avanzate, da parte dei cittadini, numerose richieste e alcune proposte di una rete di piste ciclabili più efficiente e sicura. Molto rilevante è stata la petizione condotta da FIAB Monza, che ha già previsto delle soluzioni applicabili per ridisegnare la viabilità monzese in chiave più ecosostenibile. Le principali direttive riguardano l’implementazione di tratti ciclabili o la creazione di corsie a livello stradale (anche dette bike lanes), una misura applicata all’inizio dell’epidemia dalla città di New York. Nelle suddette porzioni del manto stradale, il transito è consentito esclusivamente a mezzi non motorizzati o che non superino i 30 km/h. Quindi, anche in questo caso, biciclette e monopattini elettrici.
In conclusione, possiamo affermare l’assoluta necessità di rinnovare la mobilità urbana monzese, aggiornamento che ci auguriamo arrivi quanto prima visti i progetti proposti. Nel frattempo, caldeggiamo l’utilizzo della bicicletta o di altri mezzi di trasporto sostenibili per sensibilizzare i cittadini in merito alla questione ambientale, nella speranza che l’amministrazione realizzi questo bisogno sempre più incombente.
Tali istanze sono state avanzate da noi di Fridays For Future all’interno della Dichiarazione di Emergenza Ciclabile presentata al comune monzese che, per ora, non è pronto ad accogliere adeguatamente i ciclisti al di fuori dei confini del parco murato più grande d’Europa.