Micronazioni: tra utopia e voglia di indipendenza

di Daniela Zanuso

Ispirata dalla visione del film ‘L’incredibile storia dell’Isola delle rose’,  in programmazione su Netflix, sono andata alla scoperta di quelle che vengono definite le micronazioni. 

Il film racconta la storia di Giorgio Rosa, un ingegnere bolognese, sicuramente un visionario, che negli anni ‘60 costruì una piattaforma al largo di Rimini,  in acque internazionali. Si trattava di una piattaforma di 400 mq. ancorata al fondale con un sistema di sua invenzione che richiese diversi anni per la sua costruzione. Il 1 maggio 1968 Rosa dichiarò l’indipendenza della sua isola artificiale con il nome di “Repubblica esperantista dell’isola delle rose“. Dotata di una lingua ufficiale, di un governo e di una propria valuta, l’isola non passò naturalmente inosservata, causando non pochi grattacapi ai politici italiani. Mi fermerò qui per non togliere la sorpresa a chi volesse vedere il film e vi parlerò invece di alcune delle numerose (non credevo ne esistessero davvero così tante) micronazioni esistenti al mondo.

Le micronazioni sono vere e proprie nazioni nelle nazioni. Solitamente nate dopo una dichiarazione di guerra simbolica da parte di pacifici separatisti, a volte sono il prodotto di gruppi musicali, scrittori, artisti e sono spesso di natura molto effimera. Completamente estranee al diritto internazionale, sono di piccolissime dimensioni e hanno pochi membri. Normalmente non sono riconosciute dai governi e dalle maggiori organizzazioni internazionali.    

Ufficio postale della Repubblica di Molossia

Persa nel deserto americano nei pressi di Daytona, Molossia, nello stato del Nevada (USA), è la Repubblica più piccola al mondo. Costruita nel 1999 da Kevin Baugh, uno statunitense che sognava di creare un suo stato personale, la Repubblica ha un territorio di poco più di 5000 m²  e conta 27 abitanti.  Il palazzo del governo è abitato dallo stesso Baugh e dalla sua famiglia, ma ci sono anche una banca e un ufficio postale. La Repubblica di Molossia è dotata di una sua moneta e non paga le tasse allo Stato centrale. Per visitarla ci sono tour organizzati dallo stesso Baugh, dietro pagamento di una piccola quota di ingresso. 

Vivi  e lascia vivere” è il motto di Liberlandia. Situata tra Serbia e Croazia sulla riva occidentale del Danubio Liberland, fondata cinque anni fa, è il paese più giovane al mondo. Nata da un’ idea di Vit Jedlicka, economista e politico ceco d’ispirazione liberista, Liberland sorge su un’area di 7 km. quadrati.  Euroscetticismo, mercato libero, nessuna intromissione dello Stato nell’economia sono i principi fondanti, tanto che Liberland gode di totale libertà di valuta ed è anche stato introdotto il concetto di tasse volontarie. Naturalmente non ha avuto un riconoscimento ufficiale né da Serbia, né da Croazia, anche se Jedicka continua il suo peregrinaggio per il mondo alla ricerca di consensi e di fondi per la sua nazione tax free.

Liberlandia

Fondata nel 1971 come una comune hippy, Christiania , in Danimarca è un distretto di Copenaghen con leggi particolari. E’ costituita da 850 persone che hanno uno stile di vita autonomo e bohémien. La sua particolarità è la politica aperta sul commercio di cannabis, considerata invece un’attività illegale nel resto della Danimarca. I residenti hanno a disposizione oltre alle loro case, gallerie d’arte , locali per la musica,  per lo yoga e le attività ricreative. Le autorità danesi hanno concesso uno status giuridico unico.

Principato di Ladonia

Dopo oltre 10 anni di battaglie legali, l’artista Lars Vilks, è riuscito ad ottenere l’indipendenza dal governo svedese per  il Principato di Ladonia nel 1996. Vilks, in verità, aveva lo scopo di proteggere la sua scultura di legno alta più di 20 m e intitolata Nimis. La scultura, che si trova nella riserva naturale di KullaBerg nel sud della Svezia, è accessibile solo dall’acqua o dopo una lunga camminata. Oggi Nimis è una nazione che vanta più di 17.000 cittadini registrati anche se nessuno di loro risiede nella riserva.

Principato di Sealand

Il Principato di Sealand è invece, una piattaforma antiaerea al largo delle acque dell’Essex, Gran Bretagna, abbandonata dopo la seconda guerra mondiale. Inizialmente fu scelta per diventare sede di una radio pirata e poter trasmettere libertà. Successivamente divenne un’oasy del web-hosting e ha ospitato anche il programma di file sharing  Napster. Trovate la sua storia anche sul sito Internet www.sealandgov.org.

A 12 km da Bordighera c’è il Principato di Seborga. Sì,  avete capito bene, si trova in Liguria ed è il risultato di un’omissione clericale accidentale avvenuta nel 1860. L’unificazione del paese in effetti prevedeva che nella scrittura del trattato fossero indicati tutti gli stati italiani appartenenti al nuovo Regno d’Italia e quelli restituiti alla Francia. Seborga venne accidentalmente esclusa dalla lista. Ma è solo di recente che Seborga diventa indipendente: nel 1996 i suoi cittadini hanno votato per la nascita dell’attuale principato e l’elezione di un re e dei suoi ministri. Nel 2016 Seborga è stata vittima di un “colpo di stato”: un businessman francese, Nicolas Mutte, si è autoproclamato re Marcello I.  Seborga resta un classico borgo italiano: piccolo, con gli edifici in pietra, i viottoli e le scale tipiche della Liguria e una vista mozzafiato.

uno scorcio del centro del Principato di Seborga

 

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