Amnesty International si e’ detta profondamente preoccupata per l’ultima tragedia e per la conseguente morte di migranti e rifugiati nel Mediterraneo, un mare che una volta ancora ha inghiottito la vita di persone che cercavano salvezza e rifugio in Europa. L’organizzazione per i diritti umani ha sollecitato di nuovo l’Unione europea e i suoi stati membri ad agire con urgenza per proteggere i diritti e le vite dei migranti e dei rifugiati.
Tra l’11 e il 12 maggio oltre 50 persone hanno perso la vita in due consecutivi naufragi tra l’Italia e la Libia. Lo scorso ottobre i naufragi al largo di Lampedusa avevano provocato oltre 400 morti e mosso molte dichiarazioni di rammarico e solidarieta’ ai piu’ alti livelli dell’Unione europea. Il crescente numero di morti in mare chiama in causa l’inefficacia delle attuali politiche e prassi dell’Unione europea in materia d’immigrazione e asilo, concentrate nell’impedire a tutti i costi alle persone di raggiungere l’Europa. L’aumentato ricorso a politiche e prassi restrittive ha avuto l’unico effetto di costringere persone disperate a intraprendere viaggi ancora piu’ pericolosi. Nell’assenza di fatto di modalita’ sicure e legali per raggiungere l’Europa, le persone si affidano sempre di piu’ a trafficanti e sono costrette a imbarcarsi su imbarcazioni sempre piu’ inadeguate ad affrontare il mare.
Ma le alternative esistono e un cambiamento di rotta nelle politiche dell’Unione europea in materia d’immigrazione e asilo e’ piu’ che mai urgente per salvare vite umane. Il Consiglio dei ministri della giustizia e degli affari interni del 5 e 6 giugno e il Summit europeo del 26 e 27 giugno devono costituire l’opportunita’ per ridefinire l’approccio europeo alle politiche in tema d’immigrazione e asilo, prima che altre vite vengano perse in mare.
Amnesty International sta chiedendo, con la sua campagna S.O.S Europa, di assicurare che le persone siano al centro delle politiche in materia d’immigrazione e asilo, attraverso il rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso, l’apertura di canali sicuri e legali d’ingresso e la fine dell’affidamento dei controlli dell’immigrazione a paesi extra-Ue dove la situazione dei diritti umani e’ deplorevole.
Aumentare le operazioni di ricerca e soccorso
Dopo la tragedia dell’ottobre 2013 al largo di Lampedusa, l’Italia ha avviato l’operazione “Mare Nostrum” consistente in estese attivita’ di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. L’operazione “Mare Nostrum” indica che e’ possibile garantire maggiore sicurezza a migranti e rifugiati incrementando le operazioni di ricerca e soccorso.
Questo sforzo dev’essere apprezzato. Tuttavia, di fronte a ulteriori tragedie e perdite di vite umane, il rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo puo’ essere realizzato solo attraverso l’azione congiunta e il contributo di tutti gli stati membri dell’Unione europea. Attivita’ del genere devono essere avviate anche nel mar Egeo.
Al Summit europeo del 26 e 27 giugno, i leader europei approveranno la strategia quinquennale dell’Unione europea in tema d’immigrazione e asilo. Questa e’ un’opportunita’ cruciale da non perdere affinche’ gli stati membri pongano finalmente al centro delle politiche europee i diritti umani dei migranti e dei rifugiati e salvino vite umane.
Senza un’azione concreta, purtroppo, il tributo di vite umane alle porte dell’Europa continuera’ a salire. Occorre fare di piu’ e meglio rispetto ad oggi.