Alla luce della marcata diminuzione del numero di migranti e rifugiati morti nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo, Amnesty International ha sottolineato l’importanza degli sforzi, disperatamente necessari, che i leader europei hanno messo in campo alla fine di aprile nelle operazioni di ricerca e soccorso.
Nei primi quattro mesi del 2015, una persona ogni 16 era morta nel tentativo di attraversare il mar Mediterraneo. Questo dato è sceso a una persona su 427 negli ultimi due mesi, quando è stato deciso di aumentare l’efficacia delle operazioni di ricerca e soccorso.
L’ampia diminuzione del numero di morti in mare si è verificata nonostante l’aumento delle partenze verso l’Europa dalle coste africane: dal 1° gennaio al 26 aprile erano state 28.000, dal 25 aprile al 29 giugno sono state oltre 42.000.
“Le implicazioni di questi numeri sono ovvie: più operazioni di ricerca e soccorso nei posti giusti, più vite umane salvate. Ogni ridimensionamento di quelle operazioni farebbe risalire il numero dei morti in mare. In previsione dell’aumento delle partenze nei mesi estivi, i governi europei non possono venir meno all’impegno che hanno preso di impedire ulteriori tragedie in mare” – ha dichiarato Gauri van Gulik, vicedirettrice del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
Dopo la chiusura dell’operazione italiana Mare nostrum intorno alla fine del 2014, il numero dei morti nel Mediterraneo centrale era cresciuto esponenzialmente: erano state necessarie 1721 vite umane perse nei primi mesi del 2015 perché i leader europei decidessero di agire.
In una orribile settimana di aprile, almeno 1200 migranti e rifugiati erano morti nel tentativo di attraversare il più pericoloso percorso marittimo al mondo.
Nel corso di un vertice di emergenza, convocato il 23 aprile, i leader europei avevano deciso di triplicare i fondi per l’operazione Triton a guida Frontex (l’agenzia dell’Unione europea per il controllo delle frontiere) e di inviare ulteriori navi per pattugliare il Mediterraneo centrale. Da allora, sono morte 99 persone.
A Lampedusa, dal 19 al 26 luglio si terrà il quinto campo estivo per i diritti umani promosso da Amnesty International Italia. Aperto a 60 partecipanti tra adulti e ragazzi dai 17 anni in su, il campo prevede occasioni di formazione ed esperienze di attivazione, workshop di ideazione e realizzazione di una mobilitazione sul tema dei diritti dei migranti.
Sino al 10 luglio è ancora possibile iscriversi a questo e all’altro campo estivo in programma a Passignano sul Trasimeno dal 2 all’8 agosto, per ragazzi dai 19 ai 24 anni, dove si parlerà di migranti, tortura, trasparenza delle forze di polizia, Lgbti, libertà di espressione e discriminazione, insieme a testimoni, esperti e formatori.
Amnesty International