In occasione della grande antologica che celebra i 90 anni di Arnaldo Pomodoro, mostra promossa dal Comune di Milano e curata da Ada Masoero , la Fondazione Marconi rende omaggio a questo autorevole protagonista del Novecento riproponendo la mostra “Un centesimo di secondo”.
Incentrata sulle ricerche del maestro relative al movimento delle masse scultoree, l’esposizione, che ebbe luogo nel 1971 allo Studio Marconi, comprende una selezione di opere realizzate dal 1966 al 1971 (grandi disegni, studi, sculture in acciaio e fiberglass).
“La più insistente metafora di Arnaldo Pomodoro è stata quella di rompere l’involucro o la pelle delle cose allo scopo di raggiungere un fragile e vulnerabile midollo”, scrive Sam Hunter nel 1974, cogliendo appieno l’essenza di un’indagine artistica iniziata dallo scultore già negli anni Sessanta.
E in effetti, “scoprire cosa c’è dentro una forma che in superficie sembra tanto perfetta e assoluta” è la dichiarazione di intenti che Pomodoro rende al critico statunitense in un’intervista dello stesso anno. Tutta l’essenza dell’arte di Arnaldo Pomodoro sta nell’immagine spaccata di una forma perfetta e coerente; la sua metafora personale nel dialogo tra esterno e interno, quasi sempre presente nelle sue opere.
A questa dialettica corrispondono molteplici significati. Distruggendo le forme tradizionali Arnaldo Pomodoro esprime la libertà da ogni costrizione; portare a galla l’energia della materia significa privare la forma geometrica della sua staticità fisica e metterne in dubbio la stabilità ideologica, ipotizzando così un nuovo tipo di monumento. Infine, liberare la scultura dalla ponderalità gravitazionale, fa in modo che essa acquisisca una sua dinamica e la trasformi in “scultura in movimento”.
Ma è tutta la città che festeggia questo grande artista. In piazzetta Reale, davanti al Palazzo e difronte al Duomo, è esposta “The Pietrarubbia Group”, grande scultura percorribile di segno architettonico, iniziato nel 1975 e completato nel 2015, per la prima volta esposto nella sua interezza. Nella Sala delle Cariatidi, sempre a Palazzo Reale, si trovano le sue opere dal 1955 al 2011.
Ma altre musei cittadini omaggiano Pomodoro: da non perdere le mostre alla Triennale e al museo Poldi Pezzoli. E sparse in diverse sedi ( Conservatorio, sede Banca Intesa di via Manzoni 10, Piccolo Teatro in largo Greppi) si trovano altre monumentali opere come il “Grande Disco”.