Miracolo a Monza: Santuario di Santa Maria delle Grazie

di Daniela Annaro – Foto e video di Stefania Sangalli

Gli occhi bassi sul libro di preghiera, il capo semi-scoperto, Maria ascolta, turbata, l’annuncio dell’Angelo Gabriele. Dietro di loro, tra architetture quattrocentesche, il paesaggio racconta del percorso tortuoso del Lambro cinto dal parco di Monza.

E’ l’immagine sacra sull’altare maggiore del Santuario di Santa Maria delle Grazie, un dipinto a cui, nel dono della fede, si sono rivolti, migliaia di pellegrini giunti da tutta la Lombardia per oltre cinque secoli, una devozione che continua anche oggi. E’ una tavola di autore ignoto del XV secolo dipinta a guazzo.  I frati francescani la ricevettero in dono dal Beato Damiano da Padova ( a cui secondo fonti storiche, dobbiamo la costruzione del Santuario)  ancor prima della fondazione del Convento e del Santuario, avvenuta l’8 settembre 1463, giorno in cui si celebra la nascita di Maria.  E Papa Francesco, in visita a Monza proprio nel giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo 2017, ha scelto per la sua missione proprio quell’immagine. E’ sull’altare maggiore del Santuario dal 1621. 
E’ intricatissima la storia della chiesa e del convento di Santa Maria delle Grazie a Monza. Si deve tornare indietro di più di cinque secoli, al 1467, anno in cui a lavori non ancora ultimati i frati francescani si stabiliscono nel Santuario e danno inizio alle celebrazioni liturgiche. All’inizio sono solo una decina, ma nel rispetto della regola francescana sono assai operosi. Lì, a pochi metri dal chiesa e dal convento, scorre il Lambro, i terreni  sono tutti di proprietà dei duchi di Milano, i Visconti. L’acqua è essenziale per innaffiare l’orto, per cucinare… ed ecco che i frati decidono di scrivere una lettera alla duchessa Bianca Maria .

Illustrissima et benignissima Madonna, esponemo a Vostra Excellentia li devoti frati minori de santo francisco de observatia… Li decti frati sive monastero havessero bisogno di un conduto de laqua del fiume lambro per lavar de soj drapi et per servitio de lor cusina et anchora per irrigare seu adaquare il suo zardino…


Bianca Maria Visconti
è felice di accogliere la richiesta dei Frati, anzi Galeazzo Maria Sforza, il  duca suo sposo, dispensa frati e monzesi  dalla tassa da versare alla casa ducale per ogni nuova costruzione sulle sue terre. E il re di Francia e Duca di Milano, Ludovico XII d’Orleans, cinquanta anni dopo, nel 1505, dà addirittura il permesso di pescare in quelle ricche acque.


Intanto, procede la costruzione della chiesa: semplici mattoni rossi formano un edificio tipico del gotico-lombardo del XV nel rispetto dello stile di altre chiesi dei Frati Minori Osservanti. Uno stile “bernardiniano” : una sola navata, una struttura raccolta di piccole dimensioni, un ampio coro, sulla parete destra tre cappelle dedicate a San Francesco e ai martiri francescani. Importante il transetto preceduto da tre archi a tutto tondo. San Bernardino da Siena disegnava lui stesso le piante delle chiese francescane. Probabilmente anche la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Monza tra transetto e il resto della navata presentava affreschi, distrutti come il resto del complesso in un disastroso incendio del 1893. 


Succede che con l’Editto di soppressione firmato da Napoleone Bonaparte del 1810 e la successiva confisca di tutti i beni dei religiosi, il Santuario di Santa Maria delle Grazie diventi un deposito di fieno. Si salva il dipinto dell’Annunciazione che è ricomprato dal Demanio ed esposto in una chiesa costruita appositamente dalle parti dell’attuale piazza Garibaldi a Monza, le Grazie nuove.

E’ il 1893. I fedeli monzesi e, soprattutto, i frati Francescani non si perdono d’animo. Raccolgono denari sufficienti per la ricostruzione e, più di trent’anni dopo, ha inizio il restauro. Nel 1937, è  quasi tutto pronto. La chiesa  è ricostruita:  per l’altare maggiore  in pietra è chiamato  Giovanni Muzio, fra i più importanti architetti del Novecento. In una delle tre cappelle, Il pittore Confalonieri dipinge frati francescani martiri: San Luigi dei Francesi, Santa Elisabetta, santi protettori dell’Ordine Francescano. Belle tele, di gusto novecentista, su cui varrebbe la pena di indagare ulteriormente.

Il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, siamo subito dopo la  Seconda Guerra Mondale, nel 1946, il 15 marzo consacra il Santuario di Santa Maria delle Grazie.

Ma è la Vergine e l’Angelo ad essere  sempre al centro dei pensieri dei fedeli, come testimoniano le centinaia, forse migliaia, di ex voto discretamente posti fuori dalla navata centrale.

 

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