Miti ed esempi

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di Enzo Biffi

Non ho mai avuto miti assoluti. Nemmeno la grande Milan o Niky Lauda mi hanno conquistato. Coppi un po’, considerato che mito lo era per mio padre.

Poi mi son scrollato di dosso pure lui, e insieme anche mio padre. In seguito è stata la volta di qualche carismatico cantautore e poeta, ovviamente duro e puro, salvo poi scoprirne il carattere scontroso, la casa di produzione miliardaria e qualche conto estero. A quel punto, non mi restava altro che politica e religione, e lì son stato fortunato. Il catalogo era pieno di belle speranze ma, giusto il tempo del disincanto e venne la conoscenza di storie di Banco Ambrosiano e tangentopoli, scandali pedofili e rimborsopoli.

Così, persa definitivamente la verginità non restava che decidere se affidarmi ad un nichilismo totale, passare per credulone e fesso o trovare una terza via. L’intuizione venne da sola ma probabilmente condizionata dal carattere. Dissacratore professionale, anche se istintivo, mi son trovato ad accettare una banale verità, l’uovo di Colombo delle mie fedi: che i poeti bravi lasciano grandi poesie, i calciatori dotati lasciano gol epici, i musicisti ispirati musiche trasognanti, i preti per bene opere di bene, e i politici capaci e visionari migliorano il mondo. Di tutti loro resteranno le opere e che le loro vite siano fatte di luci ed ombre, armadi di scheletri e gesta eroiche, sale e zucchero, poco importa. Ognuno prenda quello che vuole, legga, giudichi, impari quello che crede possa essergli utile a crescere e migliorare.

La perfezione non appartiene agli uomini, ma tendere ad essa è ciò che segna il passaggio sulla terra dell’esperienza umana. Se poi ci si avvicina molto, allora si è grandi uomini, si tende alla santità e qualche volta si diventa dei simboli, magari anche icone da t-shirt, nulla di grave.

Madre Teresa appartiene a questa categoria, grande simbolo di bene donato a piene mani, grande esempio per generazioni di fedeli tesi alla santità, straordinaria testimone della carità cristiana e della devozione agli uomini tutti. A me poco importa del contenuto del suo, immagino umile, armadio. Le sue contraddizioni e difficoltà me la fanno sentire più vicina, più compagna di vita. Quello che è stato suo, allora può essere anche mio e di chiunque abbia la dote dell’umiltà del giudizio altrui.

Le gesta di santi e laici miti credo possano restare tatuate nelle nostre anime, pronte ogni tanto a ricordarci la possibilità che abbiamo di fare altrettanto.

Se è pur vero che :”fortunato il popolo che non ha bisogno di eroi” , dico io :”misero il popolo che non sa riconoscere esempi”.

 

                                                                                                                                  

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