Monza città della pace

DSC_1337La città di Monza si illumina dei colori dell’arcobaleno in onore della giornata internazionale per la pace indetta dall’ONU e prevista per il 21 settembre, sul presupposto che la pace è necessaria in quanto fondamento dei diritti umani. La sala E, dell’Urban Center Binario 7, è affollata non solo di partecipanti, ma anche di ospiti pronti a condividere la loro esperienza, tormentati da una domanda alla quale nessuno sa dare risposta: perché non riusciamo a vivere tutti insieme in pace?

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Inaugura questo giorno di riflessione Carlo Chierico della UPF (Universal Peace Federation -Italia) che, dopo una breve introduzione, lascia la parola al Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, il quale esprime con entusiasmo il desiderio di poter far diventare Monza capitale della pace. “Un sogno…”, sospira il Primo Cittadino, “ma già ricordarne l’importanza ogni anno può essere il primo passo”. A questo punto il professore Adel Jabbar, sociologo, collaboratore di CEM Mondialità e conduttore di questo evento, dà il via agli interventi. Il programma è ricco di argomenti che vengono suddivisi in sessioni: la prima riguarda il valore della cooperazione interreligiosa, dove fedeli di ogni credo hanno raccontato come la pace sia un valore universale. RosaMyoen Raia, Monaca della tradizione Buddhista Zen e membro del Consiglio Direttivo della Unione Buddhista Italiana, ad esempio, ha ricordato che parlare di pace significa insegnare a coltivare la terra, ad aiutare a curare le malattie e ci ha salutato  solo dopo aver rotto il silenzio della sala con il magico suono delle campane tibetane.

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Il Dr. Yousef Sbai, Vice Presidente dell’Unione Comunità Islamiche d’Italia,  ci fa riflettere sul fatto che quando un innocente è ucciso dai bombardamenti, tutta l’umanità muore insieme a lui e nessuno può voltarsi dall’altra parte, perché parlare di pace significa anche interrogarsi su quello che succede nel mondo. Anche il professor don Pierluigi Borlacco  sottolinea che il concetto di pace deve essere universale, perchè solo un mondo basato sul rispetto reciproco e sulla coperazione può raggiungere questo ambizioso obiettivo. È anche una questione di responsabilità,  i diritti vanno compresi ma soprattutto messi in pratica e solo così una fede non eliminerà più l’altra.

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Si procede, interrogandosi su quale ruolo dovrebbe avere la politica. Il professore Rosario Montalbano, Assessore all’Istruzione del Comune di Monza, media gli interventi e introduce noti personaggi come l’Onorevole Cécile Kyenge, Eurodeputata e ex Ministro per l’integrazione del Governo Letta, la professoressa Anna Maria Martinetti, consigliere comunale di Monza, la Professoressa Concettina Monguzzi, Sindaco di Lissone e la Deputata di Forza Italia Elena Centemero. Quali sono i progetti? Si è parlato di un’educazione civica nelle scuole diversa da quella che siamo abituati a pensare, un insegnamento proiettato verso l’amore e il rispetto di tutte le culture. Può essere una delle strade da percorrere per rivalutare le differenze che sono ricchezza e valore aggiunto alla nostra vita quotidiana, non diversità da cancellare o combattere.

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La giornata continua con la terza sessione e  il ruolo dei mass-media. La conduzione è di Mauro Sarasso, Presidente in Insubria Media Point, associazione per l’etica nella comunicazione che invita all’intervento i giornalisti e i direttori delle testate locali. Nella quarta sessione la parola è alle associazioni WFWP (Federazione delle Donne per la pace nel Mondo), al gruppo Etico “All Is One”, a Valerio D’Ippolito, referente a Monza e Brianza dell’associazione “Libera“. Il fitto programma della giornata si conclude con una riflessione mediata da Wesam El Husseiny, Ambasciatrice di Pace, che dà la parola ai giovani che lavorano nelle  associazioni, federazioni e comunità dedite alla pace e che trasmettono le loro testimonianze pieni di entusiasmo e di speranza. E tutti noi ci auguriamo che oggi il messaggio possa arrivare forte e chiaro.

Veronica Miranda

 

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