di Fabrizio Annaro
Chi sono i Poeti Fuori Strada? Sono gli ospiti del Centro San Pietro di Monza che da qualche anno, tutti i giovedì, si trovano con i cosiddetti poeti facilitatori della Casa della Poesia di Monza. Il progetto è stato voluto dalla cooperativa La Meridiana che da oltre 40 anni offre servizi alle famiglie e agli anziani.
Ed è stato realizzato grazie alla collaborazione de La Meridiana con l’associazione Zeroconfini e la casa della Poesia di Monza. Per gli anziani della San Pietro la poesia è un mezzo espressivo che da speranza e motivo di vita.
La poesia è un momento di libertà che aiuta a tirar fuori le emozioni che abbiamo dentro, la poesia è un’aspirina, la poesia ci ha stregato, la poesia è vita. Questi ed altri pensieri sono stati formulati dagli ospiti della san Pietro che partecipano al laboratorio di poesia e che sono stati ripresi dai poeti facilitatori: Antonetta Carrabs, Marianagela La Palombara, Iride Funari, Paola Perfetti e Paola Venezia.
Le radici di “Poeti fuori Strada” affondano nei primi anni ’80, in un paese lontano-lontano, e si collegano a un prete-poeta-rivoluzionario, Ernesto Cardenal, allora Ministro della Cultura del Governo Sandinista del Nicaragua.
Colpì la fantasia degli osservatori la creazione di Laboratori di Poesia in un paese da poco uscito da una feroce guerra civile.
Per Cardenal, “in ciascun essere umano esiste un poeta potenziale” in grado di esprimersi senza necessariamente seguire i canoni della poesia tradizionale, ma servendosi del Verso Libero, cioè, un’immersione nel proprio mondo interiore attraverso le immagini di quello esteriore.
Una poesia obiettiva, narrativa e aneddotica, fatta con gli elementi del mondo reale e con cose concrete. Infine, una poesia lontana dagli accademismi, “impura”.
Cardenal è stato l’iniziatore e continua ad essere l’infaticabile promotore di questa corrente poetica, da lui definita “esteriorista”.
Ecco le poesie dedicate al Natale dei Poeti Fuori Strada
Quando ero piccolo la nonna mi regalava a Natale mandarini e noci (Aldo)
Un asinello con la molla e il muschio raccolto nel bosco per il mio presepe. Poi le canzoni di Natale che noi bambini cantavamo casa per casa per gli auguri di Natale. Ricordo il papà che portava a casa i cinghiali. L’odore del camino acceso, i parenti e la mia gioia per i regali. (Desiderio)
Il mio ricordo va agli zampognari, alle loro cornamuse e ad un paio di sci regalati da mio padre quando avevo un anno. La gioia, ricordo la gioia della mia famiglia, la neve, tanta, e le belle tovaglie rosse della mamma. (Massimo)
L’odore di pino del mio albero di Natale, questo è il mio ricordo. (Traudi)
La felicità, il ricordo del mio Natale è la felicità della mia famiglia e il trenino con i cavallini di legno che mi costruiva il papà. (Luigi)
L’attesa, le bambole, il panettone e poi la messa di mezzanotte per andare a trovare il Bambino Gesù. (Fernanda)
La gioia di tutte le persone che incontravo. Il Natale era gioia, era festa, era solidarietà, erano i canti, le danze la messa della sera alle nove, la tavola imbandita. Era il Natale dei ricchi, ma anche dei poveri. (Maria)
La tristezza e il dolore. Per me il Natale, ogni volta che arriva, è il triste ricordo di aver perso mio figlio. Aveva 5 anni e da allora non l’ho mai dimenticato. Non festeggio il Natale, non voglio farlo. (Velia)
Il Natale per me sono i miei figli e la festa da condividere con loro. Il mio ricordo va al papà, all’albero, al presepe ma anche alle cassate siciliane e ai cannoli. (Elisa)
Il mio Natale era la famiglia e il mio papà che cacciava i fagiani. (Lucia)