Il nazista che salvò oltre mille ebrei

di Francesca Radaelli

“L’indimenticabile salvatore di 1200 ebrei perseguitati”, “Giusto tra i giusti”. Queste le parole riportate – rispettivamente in tedesco e in ebraico – sulla tomba di Oskar Schindler, il celebre personaggio nato il 28 aprile 1908 a Svitavy, nei Sudeti, regione che all’epoca apparteneva all’Austria. Fu l’irrompere della Storia in questa regione e nella vita dello stesso Schindler a mettere in moto quella vicenda che, riscoperta anni dopo, rese questo imprenditore un po’ opportunista, iscritto al Partito nazista, marito infedele e morto in semi povertà dopo alterne fortune commerciali, protagonista dell’indimenticabile film di Steven Spielberg.

Dopo l’annessione dell’Austria alla Germania Schindler si trasferì a Cracovia, in Polonia, dove acquistò una fabbrica di pentole sfruttando a proprio vantaggio il programma tedesco di “arianizzazione” delle imprese commerciali polacche. La fabbrica si chiamava Emalia e in precedenza apparteneva a un imprenditore ebreo. Qui Schindler impiegò oltre mille ebrei provenienti dal ghetto di Cracovia e condannati ai lavori forzati e, quando –dopo la liquidazione del ghetto – alcuni di questi furono trasferiti nel campo di concentramento di Plaszow, l’imprenditore intervenne più volte, utilizzando la diplomazia e spesso anche la corruzione, e riuscì a trasferirne una buona parte presso la sua fabbrica,  asserendo che quei lavoratori gli erano indispensabili nella nuova attività di produzione di armi avviata ad Emalia dopo lo scoppio della guerra. Nell’ottobre del 1944, ottenuta l’autorizzazione di spostare gli impianti a Brünnlitz, in Moravia, Schindler volle che anche i suoi operai si trasferissero.

Nacque così la celebre Lista Schindler, che conteneva i nomi di circa 1.200 ebrei giudicati fondamentali per la nuova fabbrica di armi, che in realtà produsse solo semplici munizioni e riuscì a rimanere in attività solo grazie ai falsi rapporti sulla produzione che Schindler inviava alle autorità. Alla fine della guerra Schindler emigrò in Argentina, dove fece bancarotta. Tornato in Germania, visse in povertà sino alla morte nel 1974, accolto però come un eroe al momento della sua visita in Israele.

Il mondo conobbe la sua storia nel 1993, quando uscì nelle sale ‘Schindler’s List’, il lungometraggio di Steven Spielberg dedicato alla sua storia, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore australiano Thomas Keneally. Il film vinse il Premio Oscar.

Nel 1999 il manoscritto originale della lista di Schindler è stato trovato in una valigia che lo stesso imprenditore aveva lasciato nella casa di una coppia di amici a Stoccarda. Il mondo ha potuto leggere l’elenco degli Schindlerjuden, gli ‘ebrei di Schindler’ che nel 1944 furono trasportati nella fabbrica dell’industriale nazista a Brünnlitz. E, di fatto, salvati dalla Shoah.

 

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