di Francesca Radaelli
Contro la guerra, sempre. Questa la posizione di Nico Piro, autore del libro Maledetti Pacifisti. Il giornalista del TG3 e inviato di guerra lo scorso lunedì 27 marzo ha dialogato con il giornalista Laurenzo Ticca nel corso del secondo incontro del ciclo “Beati i costruttori di pace”, organizzato da Caritas Monza presso l’oratorio di S. Biagio. A una settimana circa di distanza dall’incontro con il professor Vittorio Emanuele Parsi, a Monza si è tornato a parlare di guerra in Ucraina, dando spazio a una posizione sul conflitto molto diversa.

Il libro di Nico Piro, infatti, come ha sottolineato Laurenzo Ticca, si presenta come un’invettiva contro la guerra e uno smascheramento di quello che l’autore definisce “il marketing della guerra”. Una posizione chiara rispetto alla guerra in corso ai confini dell’Europa, ben schierata contro il sostegno militare all’Ucraina, che è valsa al giornalista una serie di critiche e accuse di “filo-putinismo”.
Se essere contro la guerra “senza se e senza ma” è una posizione scomoda, non è però una posizione impopolare: “Secondo gli ultimi sondaggi il 60% degli italiani è contro l’invio delle armi in Ucraina, siamo di fronte a un vuoto di rappresentanza nella nostra democrazia”, afferma Nico Piro, sottolineando come invece il mondo politico sia schierato compatto a favore della guerra, così come i principali editorialisti della stampa italiana, con poche eccezioni.

La guerra non risolve i problemi, li complica
Profondo conoscitore dell’Afghanistan, da cui come inviato di guerra ha raccontato per 20 anni il lungo conflitto terminato nell’agosto 2021 con il ritiro delle truppe statunitensi e il ritorno dei talebani, il giornalista ha spiegato che “è allucinante pensare alla guerra come strumento di risoluzione dei problemi”:
Quale verità sulla guerra?
“La prima vittima della guerra è la verità”, sottolinea il giornalista nel suo libro, citando il tragediografo greco Eschilo, per spiegare la difficoltà di raccontare la guerra. “In ogni guerra c’è un dato di fatto: non sappiamo nulla. Non conosciamo il dato fondamentale, ossia il reale numero dei caduti”. Il ministero della Difesa di Kiev, utilizzato come fonte da molti giornalisti, non è una fonte indipendente e dunque attendibile, così come quello di Mosca. E i giornalisti spesso vengono “usati” dalle parti in campo:
Guerra giusta o guerra “giustificata”?
La “guerra giusta” secondo Nico Piro non esiste: per il governo ucraino è giusto combattere l’invasore russo, così come per i talebani è stato giusto combattere contro le truppe USA che hanno invaso il loro Paese. “La guerra è la cosa più ingiusta del mondo”, dice Nico Piro:
Il marketing della guerra
Stimolato dalle domande di Laurenzo Ticca, Nico Piro si è poi soffermato sul concetto di “marketing della guerra”, con una forte critica a quelli che lui definisce “opinionisti con l’elmetto” che nei dibattiti televisivi sostengono la guerra senza alternative, facendo da grancassa al “pensiero unico bellicista” finalizzato a normalizzare l’idea che la guerra sia necessaria e delegittimare la pace e quanti la sostengono, bollandoli come “filoputiniani” o ridicolizzandoli. Questo meccanismo, esasperato dal format dei talk show, è, secondo il giornalista, un’occasione per indebolire la democrazia:
Il ruolo dell’Europa
Schierandosi per il sostegno alla guerra e l’invio di armi all’Ucraina, l’Unione Europea, secondo Nico Piro, ha tradito le sue origini, il Manifesto di Ventotene e l’obiettivo con cui è nata. Dimenticando che – come mostra la storia della stessa Unione Europea – il benessere è figlio della pace, che genera dividendi per tutti, mentre la guerra è un business per pochi. L’Europa, secondo Nico Piro, ha inoltre rinunciato al ruolo di mediatrice nel conflitto, che è stato affidato a personaggi come il turco Erdogan, un dittatore, e a regimi autoritari come quello della Cina, a oggi il Paese che sembra avere maggior interesse alla pace per ragioni geopolitiche.
Nel corso della serata il giornalista ha inoltre messo in luce le contraddizioni della politica delle democrazie europee, che mandano armi contro il dittatore Putin, ma si preoccupano poco delle guerre iniziate da altri regimi dittatoriali nel mondo.
Movimento pacifista in crisi?
L’unico leader mondiale schierato per la pace e per una risoluzione diplomatica del conflitto Russia-Ucraina è oggi papa Francesco, criticatissimo per questa posizione. Come ha sottolineato in apertura don Augusto Panzeri di Caritas Monza, anche il “pensiero unico sulla pace”, un tempo forte nel mondo cattolico, oggi appare in crisi per mancanza di punti di riferimento, soprattutto a livello politico. Un disorientamento emerso anche dalle parole delle persone del pubblico intervenute nel corso del dibattito che ha chiuso la serata.

Come fare per tradurre sul piano dell’azione l’ideale della pace e del rifiuto di tutte le guerre? Questo è il problema sollevato da più di un intervento.
Nico Piro ha voluto citare allora il motto di Teresa Strada, fondatrice di Emergency, secondo cui “ciascuno deve fare il suo pezzettino” e ha sottolineato che la grande partecipazione delle persone alle presentazioni del suo libro è un importante segnale positivo da cui partire: “Parlare di pace è importantissimo per prenderci cura del nostro presente”.
Quidi seguito Il video integrale della serata