di Fabrizio Annaro e Daniela Zanuso
Finalmente una buona notizia dal fronte pandemia: c’è il vaccino, efficace al 90%. Lo ha annunciato la casa farmaceutica americana Pfizer. L’Europa ne ha già ordinate 300 milioni di dosi e all’Italia ne spetteranno circa 70 milioni.
E pare non sia l’unica. Ci sono altre case farmaceutiche pronte a dare l’annuncio della fase finale della sperimentazione. Fra queste, la francese Sanofi che si è già impegnata con l’OMS a distribuire 200 milioni di dosi ai cittadini dei paesi più poveri del globo. Pare che anche Moderna, azienda farmaceutica americana, sia prossima all’annuncio.
Una notizia importante che non ha ricevuto il giusto rilievo. Una notizia che aiuta ad affrontare con un diverso spirito il lockdown autunnale imposto in molti paesi del pianeta fra cui il nostro. La notizia del vaccino, oltre a dare speranza, muta profondamente lo scenario sullo stato della pandemia. Se altre case farmaceutiche, oltre a Pfizer, troveranno un antidoto al Covid19, ci sarà una maggiore offerta e la possibilità di tornare a vivere come prima sarà a portata di mano.
Ma è questa la speranza collettiva? Riprendere, come se nulla fosse, lo stile di vita ante Covid19? Oppure vogliamo trarre qualche insegnamento da quello che è successo e riconsiderare i nostri stili di vita ?
Un sistema è crollato: fare i conti con la realtà
Secondo Papa Francesco, si legge nell’ultima enciclica Fratelli Tutti, la pandemia del Covid-19 “ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme… Se qualcuno pensa che si trattasse solo di far funzionare meglio quello che già facevamo, o che l’unico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole già esistenti, sta negando la realtà … Se tutto è connesso, è difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E neppure basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella”.
Un informazione sempre più ansiogena
Crediamo serva un appello all’equilibrio e al senso della misura. Gli operatori della comunicazione, oggi più che mai, si devono domandare quali effetti produrrà sulle coscienze e sulla mente dell’opinione pubblica questa ossessiva informazione sulla pandemia. Sia chiaro: non intendiamo sottovalutare la gravità della situazione. Si tratta di capire se il mondo si sia fermato alla pandemia o se accade anche altro come, ad esempio, la pace siglata tra governo e gruppi ribelli del Sudan, accordo che moltiplica le speranze per il Darfur. Oppure quale sia la situazione in Nagorno-Karabakh che rischia una guerra civile. Oppure, ancora, sapere se in Etiopia la comunità internazionale saprà mediare fra le parti in causa per evitare una nuova guerra.
Siamo convinti che, anche in Italia non ci sono soltanto le notizie di cronaca nera e di violenza domestica. Crediamo sii dia anche eccessivo spazio a minoranze rumorose sostenitrici di idee e opinioni spesso fuorvianti e lontane dalla maggioranza dell’opinione pubblica. Nessuno parla di come le grandi aziende s
i stiano riorganizzando per il futuro, quali innovazioni, quali cambiamenti stanno mettendo in atto.
Ben poco si è detto dell’America e dello scontro Biden e Trump, ma soprattutto di quali sono i programmi del neo-presidente democratico. Possibile che i tg e i programmi di approfondimento dicano, al riguardo, poco o nulla?
Manca una cronaca quotidiana relativa agli episodi (e ce ne sono) di solidarietà e quando vengono raccontati si enfatizza l’aspetto emotivo e di eccezionalità. Tralasciamo l’argomento ambiente, un perfetto sconosciuto per l’informazione.
Viene da chiedersi: quale è il ruolo dell’informazione? Neutrale cassa di risonanza dello stato d’animo del cittadino? Oppure coscienza della comunità?
Forse, solo una cronaca a 360° potrà offrirci il giusto equilibrio fra consapevolezza della drammaticità del nostro tempo e speranza concreta del futuro.
Monza, 13 novembre 2020