Prosegue l’impegno della Chiesa cattolica italiana sul fronte dei corridoi umanitari. La Cei ha infatti annunciato che, grazie ad un accordo con il Governo Italiano, a partire dal 7 marzo potranno arrivare in Italia 41 persone provenienti dai campi profughi della Giordania. Tra queste molte con gravi problemi di salute.
Si tratta di sette famiglie di cittadini siriani,
il cui trasferimento è stato reso possibile dall’ambasciata italiana in Giordania e dalla Nunziatura apostolica, che hanno lavorato in stretta sinergia con Caritas Italiana, UNHCR e IOM (International Organization of Migration).
Grazie a questo canale umanitario verrà garantito a queste persone un accesso sicuro e protetto nel nostro Paese. In particolare verranno indirizzati a San Giovanni Rotondo (FG), dove i malati troveranno il supporto specialistico della “Fondazione centri di riabilitazione di Padre Pio” e dell’ospedale “Casa del sollievo della sofferenza”. L’accoglienza di queste famiglie sarà garantita dalla Caritas diocesana di Manfredonia nell’ambito del progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia”. I siriani saranno accompagnati nel percorso di integrazione da famiglie della comunità cristiana.
Rimane drammatica la situazione dei profughi siriani in Giordania. A centinaia di migliaia sono bloccati nei campi allestiti dal governo o in altre sistemazioni precarie in attesa di trovare una soluzione al proprio futuro. La stessa condizione è vissuta anche da migliaia di yemeniti e di iracheni, fra cui molti cristiani. Anche per questo motivo nel Paese è stato avviato il più ampio programma di reinsediamento a livello globale degli ultimi due anni, che ha permesso ad oltre 56mila persone di raggiungere Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e l’Italia.
I corridoi umanitari sono una piccola buona pratica che sta prendendo sempre più spazio nella gestione dei flussi migratori. Ricordiamo che lo scorso gennaio 2017 la Conferenza Episcopale Italiana ha firmato, insieme a Comunità di Sant’Egidio e Governo italiano, un Protocollo di intesa per l’apertura di un nuovo canale umanitario dall’Africa. Attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes l’iniziativa porterà in Italia, nei prossimi mesi, 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi, fuggiti dai loro Paesi a causa dei conflitti in corso. I costi del progetto sono interamente a carico della Chiesa italiana che lo finanzierà grazie ai fondi 8 per mille.