La Redazione
Amnesty International ha un nuovo segretario. Si chiama Kumi Naidoo, ed è un sudafricano nato a Durban nel 1965. Succede a Salil Shetty.
All’età di 15 anni organizzò una protesta contro l’apartheid e vi prese parte, con la conseguenza che venne espulso dalla scuola. Da allora, fu sempre più attivo all’interno della sua comunità nella lotta contro l’apartheid. Nel 1986, all’età di 21 anni, fu accusato di aver violato lo stato d’emergenza. Fu così costretto a entrare in clandestinità, per poi prendere la decisione di andare in esilio nel Regno Unito. Vi rimase fino alla scarcerazione di Nelson Mandela e alla fine del bando nei confronti dei movimenti di liberazione.
Dopo il crollo del regime dell’apartheid, tornò in Sudafrica nel 1990 ed entrò nell’African National Congress, all’interno del quale si occupò di ciò che da sempre gli stava a cuore: l’istruzione, in particolare l’alfabetizzazione degli adulti e l’educazione al voto per dare potere a comunità storicamente e sistematicamente escluse.Pochi giorni fa, è divenuto segretario generale del movimento globale per i diritti umani di Amnesty International.
Ecco il suo primo messaggio.
“Non si può parlare della crisi del cambiamento climatico senza riconoscere che c’è anche una questione di ineguaglianza e di razza; non si può affrontare la discriminazione sessuale senza ammettere che è collegata all’esclusione economica delle donne; non si può ignorare che i diritti civili e politici vengono spesso soppressi proprio quando le persone chiedono giustizia sul piano economico“, ha sottolineato Naidoo.
“Amnesty International ha ripetutamente ammonito che stiamo attraversando alcuni dei tempi più divisivi della storia contemporanea, in cui leader di primo piano propongono una visione della società da incubo, dominata da odio e paura. Solo unendoci sotto la bandiera dei valori che ci accomunano, come i diritti umani, potremo superare queste avversità“, ha proseguito Naidoo.
“Nel mio primo messaggio da segretario generale, voglio che sia chiaro che Amnesty International sta ora aprendo le sue braccia come mai in passato per costruire una comunità davvero globale che si estenda ai quattro lati del mondo, soprattutto nel Sud globale“, ha sottolineato Naidoo.
“Voglio che costruiamo un movimento per i diritti umani più inclusivo. Dobbiamo ridefinire cosa significa nel 2018 difendere i diritti umani. Un attivista può provenire da ogni ambito di vita: un sindacato, una scuola, un gruppo religioso, un governo e persino un’impresa“, ha specificato Naidoo.
“Voglio che soprattutto i giovani sappiano che saremo aperti a loro e che avremo bisogno di loro per stimolarci a fare meglio. Sono profondamente convinto che i giovani sono i leader di domani, ma i leader ci occorrono qui e ora.
“Amnesty International è nata dall’idea che le persone, non importa chi siano o dove siano, sentono che le ingiustizie subite dagli altri li riguardi personalmente. Più e più volte è stato dimostrato che quando persone che non si conoscono si uniscono per lottare in favore di persone dall’altra parte del mondo che non hanno mai conosciuto, il cambiamento è possibile“, ha ricordato Naidoo.
“Voglio ringraziare Salil Shetty per i contributi che ha dato ad Amnesty International negli ultimi otto anni e per quanto ha fatto per rafforzare la nostra presenza in tutto il mondo. Voglio ripartire da ciò che ci lascia e ampliarlo, per assicurare che diventeremo un movimento unito e globale“.