Oltre il pensiero delle sbarre

Jenny RizzoQuando stai di fronte a un albero, se guardi una sola delle sue foglie rosse non vedrai tutte le altre… Sarà come se le altre non esistessero. Takuan Soho

Sono Jenny Rizzo, giurista criminologa. Da tempo impegnata nel reinserimento sociale di detenuti. Questo è il mio primo libro, una raccolta di “storie straordinarie di detenuti speciali”.

Ho scelto di parlare delle persone che restano nell’ombra, che nessuno conosce perché nessuno racconta di loro. “Loro, sono i detenuti che non possono avere una  seconda possibilità perché non hanno una famiglia ricca alle spalle; sono i giovani che si danno al guadagno facile perché nessun padre ha insegnato loro cosa significa guadagnarsi il pane; sono gli extracomunitari che sbarcano nel nostro paese con la smania di successo e che, invece, finiscono in galera per coprire il “capo” che li paga per spacciare; erano i bambini violentati e picchiati, uomini che oggi sono in cella perché chi aveva il dovere di tutelare il loro sviluppo psicofisico ha abusato della loro infanzia, creando i mostri che oggi conosciamo grazie ai mass media; sono i giovani figli dei grandi boss della malavita del mezzogiorno, criminali per destino o per volontà di famiglia che non riescono a cambiare il loro destino perché “loro” glielo impediscono con la forza…”

Scopo del libro  vuole essere quello di sensibilizzare l’opinione comune nei confronti del delicatissimo tema “carcere” raccontando aspetti nascosti agli occhi della società; aspetti che solo vivendo in prima persona le storie dei protagonisti è possibile comprendere. Chi lo ha letto ha percepito esattamente il mio stato d’animo, le emozioni che ogni persona incontrata ha suscitato in me, l’empatia che ha caratterizzato fin dall’inizio il mio lavoro. Soprattutto, però, ha avvertito l’importanza di approcciare questo argomento conoscendo anche gli aspetti anonimi, avvicinandosi al carcere attraverso gli occhi di chi il carcere lo ha vissuto.

Il mio volere è esattamente questo: formare, informare e sensibilizzare la società civile che un giorno riaccoglierà alcuni di questi detenuti. Raccontare le loro storie è un ottimo punto di partenza.

Jenny Rizzo

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