Panorama tra terra e mare

panorami01_web

 

 Paesaggi di Sicilia tra mare e natura

L’ombra ir m’impose a città molte, un remo
Ben fabbricato nelle man tenendo,
Né prima il piè fermar, che ad una nuova
Gente io non sia, che non conosce il mare,
Né cosperse di sal vivande gusta,
Né delle navi dalle rosse guance
O de’ remi, che sono ale alle navi,
Notizia vanta. E mi diè un segno il vate.
Quel dì, che un altro pellegrino, a cui
M’abbatterò per via, me un ventilabro
Portar dirà su la gagliarda spalla,
Allora, infitto nella terra il remo,
E vittime perfette a re Nettuno
Svenate, un toro, un arïete, un verro,
Riedere io debbo alle paterne case,
E per ordine offrir sacre ecatombi
Agli dèi tutti che in Olimpo han seggio.

Omero “Odissea”

—-

Oh Muse sicule, alziamo un poco il tono del canto:
non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici;
Per te, o fanciullo, la terra senza essere coltivata,
spargerà i primi piccoli doni, le edere erranti
qua e là con la baccara e la colocasia con il ridente acanto.
Le capre riporteranno da sole le mammelle piene
di latte, e gli armenti non temeranno i grandi leoni.
a poco a poco la campagna imbiondirà di molle spiga,
dagli incolti pruni penderà l’uva rosseggiante,
e le dure querce stilleranno miele rugiadoso.

Virgilio “Bucoliche”

 

©Fotografie di Stefania Sangalli
image_pdfVersione stampabile