Paolo Piffer: il futuro è condividere

a cura di Fabrizio Annaro

Oggi risponde Paolo Piffer alle domande poste da Il Dialogo di Monza in vista delle imminenti elezioni comunali. Paolo Piffer è il candidato Sindaco della lista: Civicamente con Paolo Piffer. Ecco l’intervista.

D. L’ambiente E’ noto che Monza è una delle città più inquinate del paese. Nell’ Enciclica Laudato Sii! di Papa Francesco si legge: Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale.”  Se sarà eletto Sindaco quali azioni intende intraprendere per migliorare la qualità dell’ambiente cittadino? Non crede che occorrano scelte coraggiose ed anche impopolari?

R. Sicuramente si. Ottimizzazione ed incentivazione all’utilizzo dei mezzi pubblici (bus ecologici più piccoli e corse più frequenti). Implementazione del  car sharing, car pooling, bike sharing. Il futuro è la condivisione. Aumento dei Km delle piste ciclabili. Blocco del traffico almeno sei domeniche all’anno. Efficientamento energetico dell’edilizia comunale e incentivazione all’efficientamento dell’edilizia privata. Installazione di un campo fotovoltaico che possa essere sufficiente a soddisfare i consumi comunali.  Piantumazione di nuovi alberi ed installazione di illuminazione a Led al fine di riqualificare le aree degradate più a rischio. Anche la questione rifiuti ha un suo impatto ambientale e a nostro avviso deve essere completamente rivista, investendo anche in campagna di sensibilizzazione alla raccolta differenziata.

 D. Il Lavoro. Monza ha cambiato volto: da città produttiva e industriale a polo scolastico e sanitario. Inoltre la città è sempre più anziana. La tecnologia migliora la vita, ma crea disoccupazione. Servirebbero investimenti pubblici e privati per sostenere l’intraprendenza di molti giovani che stanno scommettendo sul proprio futuro. La risposta è sempre quella: mancano i fondi, non ci sono  risorse. Non crede sia un alibi? Come intende recuperare fondi e risorse per rilanciare l’economia monzese e l’occupazione giovanile?

R. Decisamente. Intanto i fondi ci sono, solo che non cadono dal cielo. Ci sono molti bandi europei che potrebbero essere molto utili, purtroppo l’attuale amministrazione non è riuscita a sfruttare questa possibilità. Nel nostro programma è prevista l’identificazione di una figura ad hoc con competenze molto specifiche in materia. Poi è possibile attuare degli sgravi fiscali ai giovani, ma anche ai meno giovani, che avviano una nuova startup sul territorio. Bisogna semplificare, è fondamentale non mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole fare impresa e quindi offrire lavoro. Le nuove tecnologie a nostro avviso saranno una grossa possibilità e non un problema.

 

D. La vita sociale e le aree dismesse. Monza ha vissuto la crisi quasi in silenzio. Il ceto medio si è assottigliato. Le disuguaglianze sono cresciute. Ma anche la solidarietà si è moltiplicata. Le associazioni, le cooperative il volontariato hanno fatto molto. Molti vorrebbero che le aree dismesse diventassero infrastrutture per occasioni di socializzazione, di cultura, di aggregazione spirituale, di lavoro.  Ma, si dice, c’è la burocrazia … mancano i fondi … Cosa fare, insomma?

R. La burocrazia è un problema, è innegabile, ma se c’è la volontà politica si può superare. Ad oggi si è parlato molto di aree dismesse ma si è fatto davvero poco. Finché si utilizzeranno gli spazi solo per costruire residenziale e quindi incassare gli oneri di urbanizzazione, Monza non farà mai quel salto di qualità che merita. Servono nuovi centri di aggregazione veri, di studio, di coworking. Serve aiutare tutte le associazioni del territorio che fanno quello che il Comune dovrebbe fare ma non riesce. Questa è la direzione su cui investire a nostro avviso.

D. Burocrazia e Democrazia. A proposito di burocrazia (il potere dell’Ufficio) di Democrazia (il potere del popolo) come è possibile che spesso la democrazia soccomba in una giungla di circolari, leggi, leggine e sentenze spesso in contraddizione l’una con le altre. Per uscire da questo tunnel serve coraggio? Competenza? Lotta all’assurdo? Cosa propone al riguardo?

R. Intanto bisogna volerlo. A volte la burocrazia fa comodo ad una certa politica che preferisce non rendere tutto così semplice ed accessibile. Noi pensiamo che le nuove tecnologie, usate nel modo corretto, potranno aiutarci molto. Ogni cittadino dovrà poter accedere a qualsiasi documento pubblico in modo rapido, a qualsiasi bando o concorso. La nuova Amministrazione dovrà utilizzare tutti i canali a disposizione per comunicare (sito internet, social network, applicazioni…), e non snobbare, come ha fatto finora, quelli che per ragioni anagrafiche magari non è in grado di comprendere.

Anche la Democrazia e la Partecipazione dovranno tornare ad essere reali, e non solo apparenza. Nel nostro programma ci impegniamo a mettere mano al regolamento delle consulte e a ripristinare dei tavoli di lavoro tra le diverse forze politiche che vadano a compensare la triste soppressione delle commissioni comunali. Infine non bisogna aver paura di utilizzare lo strumento di democrazia e partecipazione per eccellenza: il Referendum. Quanto tempo è passato dall’ultimo? Secondo noi decisamente troppo.

 

 

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