Passioni Visive di Marino Marini a Pistoia

di Costanza Tannaro –

Che cosa è una passione visiva? Un punto di rifermento storico-culturale? Un amore per le forme e la bellezza? Alimento essenziale per un artista? I curatori della mostra di Pistoia, a Palazzo Fabroni, Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi,  hanno scelto un “taglio” straordinario  per restituire allo scultore  Marino Marini, figura di assoluto rilievo nella vicenda del modernismo del Novecento, il giusto ruolo.

La retrospettiva pistoiese mette a confronto i capolavori di una vita dell’artista toscano con  la scultura greca, romana  etrusca,medievale , rinascimentale fino agli epigoni di Rodin, Arturo Martini, Picasso  e Henry Moore.

“Una relazione diretta – scrivono i curatori –  immediatamente percepibile per ricostruire tutte le fasi  delle invenzioni plastiche di Marino Marini.” 

Marino Marini – Cavallo, 1947

Dieci sono le sezioni della mostra di Palazzo Fabroni (fino al 7 gennaio 2017). Un percorso non tanto cronologico, ma legato ai temi che lo hanno appassionato. Marini nasce a Pistoia nel 1901, ha una sorella gemella Egle, pittrice e poetessa, grande sostenitrice del lavoro del fratello.A sedici anni si iscrive  all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma  alla scultura si avvicina solo nel 1922. Sette anni dopo, è a Monza,  alla Scuola d’Arte chiamato da Arturo Martini. Sono anni di intenso lavoro e di grandi riconoscimenti, nel 1935 alla Quadriennale di Roma vince il primo premio.

Ma sono anni, però,  scanditi dal regime fascista e dalla monumentalità richiesta agli artisti per celebrare il potere. Marini si sottrae,  è estraneo  alle manifestazioni magniloquenti. Le sue opere sono frutto diretto del suo sentire: raccontano dell’uomo, delle sue debolezze, parlano del rapporto tra uomo/ natura/storia. Non in modo ripiegato e dolente, ma reale e, contemporaneamente astratto.

Marino Marini, Nuotatore

Cavalli e cavalieri, Pomone, Giocolieri, Miracolo sono  rappresentazioni di un’umanità vera, autentica che  gioisce e piange, che fronteggia le avversità  della storia e, talvolta ,le subisce.  Ma contemporaneamente sono anche espressione di un’idea, sono simbolo. Per questo, Marini entra a pieno titolo nell’Olimpo della scultura internazionale: comprende che l’arte del XXI secolo ha linguaggi nuovi, deve andare oltre la figurazione in senso stretto. E’ questo il senso della mostra di Pistoia, la sua città..

 

 

E non a caso, la retrospettiva Marino Marini. Passioni visive dal 27 gennaio al 1 maggio 2018 si trasferirà alla Collezione Peggy Guggenheim  di Venezia.

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