di Daniela Annaro
Scriveva così Guillaume Apollinaire del suo amico Pablo Picasso di cui oggi ricorre l’anniversario della morte. Morì a Mougins, in Francia, l’8 aprile del 1973. Sono passati quarantadue anni dalla sua scomparsa, la sua fama non è stata intaccata dal tempo, anzi.
Pablo Diego Josè Francisco de Paula Juan Nepomucene Maria de los Remedios Cipriano de la Ruiz y Picasso, questo il nome completo, rimane per riconoscimento universale uno dei più importanti, se non il più importante, artista del XX secolo.
Chi non ama l’arte del presente, forse, fa fatica a comprenderne il perché, con le sue forme strane, i ritratti scomposti e ricomposti da figure geometriche….
Picasso ha saputo rinnovare e inventare nuove forme, nuovi linguaggi dimostrando da subito, piccolissimo, di avere grandissima padronanza e doti straordinarie. Doti che suo padre, a sua volta pittore e insegnante, seppe coltivare e incrementare. Ma solo questo non ne spiegherebbe la genialità e la creatività. ” A dodici anni – spiega Picasso – sapevo dipingere come Raffaello, però ho impiegato una vita intera a imparare a dipingere come un bambino”.
Ed è questa continua ricerca di autenticità, questa fortissima volontà di essere protagonista e interprete del proprio tempo, una straordinaria passione per la vita, questo mix di “ingredienti” e una notevole capacità di rapportarsi al mondo fa di lui quell’artista eccezionale che ha segnato la nostra epoca.
A tutto ciò va aggiunto, un grande coraggio. Quando l’ambasciatore tedesco, Otto Abetz, in visita al suo studio parigino vide una foto di “GUERNICA” gli chiese:” E’ lei responsabile di questo orrore?” Immediata e sferzante la risposta di Picasso:” No, è opera vostra!”.
Guernica, cittadina dei Paesi Baschi, nel 1937 durante la Guerra civile di Spagna venne bombardata dai tedeschi di Hitler e dagli Italiani di Mussolini.
Picasso seppe rappresentare magistralmente quello scempio. A tutt’oggi, Guernica è più che un “manifesto” contro la guerra, contro tutte le guerre.
L’originale è esposto al museo Reina Sofia di Madrid. Una copia è al palazzo delle Nazioni Unite di New York, capolavoro eletto a simbolo di pace per l’intera umanità.
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