Pierfranco Maffè: servono bus elettrici e più opportunità per i giovani

Intervista a cura di Fabrizio Annaro

Vi proponiamo  la seconda intervista questa volta con il candidato Sindaco Pierfranco Maffè appoggiato dalle liste  “Monza con Maffè” e “Io cambio”. Le proposte di Maffè su Ambiente, lavoro, aree dismesse.

D. L’ambiente. E’ noto che Monza è una delle città più inquinate del paese. Nell’ Enciclica Laudato Si! di Papa Francesco si legge: Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale.” Se sarà eletto Sindaco quali azioni intende intraprendere per migliorare la qualità dell’ambiente cittadino? Non crede che occorrano scelte coraggiose ed anche impopolari?

R. Nell’immediato andrebbe potenziato il trasporto pubblico magari con l’acquisto di autobus elettrici. Non solo, ma anche prevedere l’acquisto di bus più piccoli di quelli in transito che andrebbero a coprire corse in orari non frequentati dagli utenti. Al contrario invece potenziare le corse con maggiore frequenza e ripristinare i collegamenti con ospedali e cimiteri cittadini. Collegamenti che in alcuni casi ed orari sono stati soppressi. Da fare subito un collegamento stabile e frequente con il capolinea della metropolitana Bignani. Un serio piano parcheggi di corrispondenza ed aumentare le piste ciclabili. La visita del Santo Padre poi ha fatto riscoprire ai monzesi, ma non solo il valore delle domeniche ecologiche. Si potrebbe iniziare una sperimentazione in tal senso.

D. Il Lavoro. Monza ha cambiato volto: da città produttiva e industriale a polo scolastico e sanitario. Inoltre la città è sempre più anziana. La tecnologia migliora la vita, ma crea disoccupazione. Servirebbero investimenti pubblici e privati per sostenere l’intraprendenza di molti giovani che stanno scommettendo sul proprio futuro. La risposta è sempre quella: mancano i fondi, non ci sono risorse. Non crede sia un alibi? Come intende recuperare fondi e risorse per rilanciare l’economia monzese e l’occupazione giovanile?

R. Non investirei sull’agricoltura come pare di intravvedere nel Piano di Governo attuale. Monza ha perso la sua vocazione agricola decenni fa. E’ necessario creare una “corsia preferenziale” per le aziende che intendono investire in città. I settori con maggiori possibilità di sviluppo sono Turismo, Università. La creazione di un Polo culturale serio ed efficace che metta in rete le presenze attive del territorio non solo monzese. Potenziare e creare le start up riservate ai giovani e per quanto riguarda le aziende prendere come modello ciò che è stato costruito dagli artigiani sul polo della ex Singer.

D. Vita sociale e aree dismesse. Monza ha vissuto la crisi quasi in silenzio. Il ceto medio si è assottigliato. Le disuguaglianze sono cresciute. Ma anche la solidarietà si è moltiplicata. Le associazioni, le cooperative il volontariato hanno fatto molto. Molti vorrebbero che le aree dismesse diventassero infrastrutture per occasioni di socializzazione, di cultura, di aggregazione spirituale, di lavoro. Ma, si dice, c’è la burocrazia … mancano i fondi … Cosa fare, insomma?

R. Le aree dismesse possono essere un’opportunità che va sfruttata appieno. Investire nei progetti dei giovani e dare loro visibilità e luoghi di ritrovo. Possono e debbono diventare anche la casa di tutto quel mondo di volontariato che non ha sede. penso per esempio ai City Angels.

D. Burocrazia e Democrazia. A proposito di burocrazia (il potere dell’Ufficio) di Democrazia (il potere del popolo) come è possibile che spesso la democrazia soccomba in una giungla di circolari, leggi, leggine e sentenze spesso in contraddizione l’una con le altre. Per uscire da questo tunnel serve coraggio? Competenza? Lotta all’assurdo? Cosa propone al riguardo?

R. Il Comune può fare un’azione di supporto per consentire al cittadino residente di districarsi al meglio tra leggi e leggine di cui è ahimè circondato grazie alla burocrazia. Snellire i percorsi farraginosi dell’organizzazione comunale. In questo senso va la proposta dell’Ufficio del cittadino dove presentare istanze e richieste. Queste ultime vagliate dal personale comunale evitando così i pellegrinaggi tra un ufficio e l’altro.

 

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One thought on “Pierfranco Maffè: servono bus elettrici e più opportunità per i giovani

  1. Ecco le ragioni per cui SOSTENIAMO MAFFE’ SINDACO e Martinetti- Siboni-Nardelli-Aronica consiglieri.
    Crediamo che la famiglia una buona novella che annuncia un futuro buono per una rinnovata convivialità delle differenze!
    Altresì GARANTIAMO che per i prossimi 5 anni gli staremo sul collo affinchè si meritino la fiducia accordatagli e denunceremo ogni loro incoerenza.
    Mi permetto una riflessione molto personale:
    “Oramai chi vive in mezzo alla gente e come dice Papa Francesco ‘puzza di pecora’ conosce bene l’affanno quotidiano per mantenere la propria famiglia di molti genitori. La prima e assoluta urgenza resta ancora il lavoro: sono ormai lunghi anni che il problema taglia la carne viva di persone – adulti e giovani – e di famiglie. La vita della gente urla questa sofferenza insopportabile.
    Sicuramente le scorciatoie, a cui sempre più italiani ricorrono, alimentando diversi populismi non servono.
    E’ aberrante rispetto a questa realtà, la complicità dei governi con chi lucra sul gioco d’azzardo, si pensi ai 260 milioni di euro che ogni giorno in Italia si buttano nel gioco d’azzardo, distruggendo capitali e, più ancora, persone e relazioni.
    Le famiglie devono essere aiutate a non rinunciare, rassegnate, a riconoscere nella politica una forma alta di carità, cioè di servizio al popolo, attenta ad affrontare questioni quali il lavoro, la famiglia, i giovani, l’inverno demografico. C’è bisogno di politica autenticamente amica della famiglia che si adoperi per sviluppare politiche familiari distinte dalle politiche sociali: cioè la richiesta di un passaggio dalle politiche sociali riparative a favore delle famiglie alla co-progettazione e applicazione di “buone prassi” di politiche familiari attive che rispondano ai sogni, bisogni e diritti delle famiglie prese in considerazione nel ciclo ordinario di vita. Pertanto è fondamentale il riconoscimento dell’Associazionismo familiare come risorsa.
    Le famiglie all’interno di un territorio e di un’impresa creano una serie di relazioni e di legami che perdurano nel tempo e che rendono una comunità più sana e coesa. È proprio all’interno di una comunità che nasce il rispetto per l’altro, per la diversità di ognuno e che facilita un atteggiamento di confronto basato sulla condivisione, sul dialogo e sulla collaborazione. In questo contesto, le famiglie sono una risorsa importante per creare relazioni sociali attive, reti di solidarietà e di scambio di informazione e per coinvolgere i cittadini nel dialogo con le istituzioni e gli enti presenti. Per tale ragione il Forum delle Associazioni Familiari, le Acli Lombardia, Afi – famiglie italiane, Scuola di Economia Civile ed alcuni Comuni hanno costituito la Rete dei Comuni amici della Famiglia:
    https://www.avvenire.it/…/pagine/famiglie-e-comuni-il-bene-…
    La ricaduta sui nostri giovani e il futuro della nostra società è drammatica. Il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o più figli: è uno straordinario dato di fiducia, reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile. Senza lavoro non c’è dignità personale, non c’è sicurezza sociale, non c’è possibilità di fare famiglia, non c’è futuro. Quindi la decrescita demografica: nel 2015 le nascite erano 486.000, nel 2016 c’è stato il nuovo record negativo di 474.000 (- 2,4%), tenendo conto anche dei bambini nati da famiglie di immigrati, mentre l’età media risulta crescere in maniera sensibile.
    Purtroppo non esiste una incisiva politica che incoraggi e sostenga la natalità? In questo deserto sterile a seguito di un lungo percorso di semina e lotta in Lombardia finalmente si apre uno spiraglio per incidere su una fiscalità che riconosca la famiglia e i figli una risorsa da tutelare e sostenere.
    Finalmente il cosiddetto “Fattore Famiglia” che si propone da anni è una Legge della Regione Lombardia, perfettibile, certo, ma è un coraggioso inizio che offre speranza. Ai Comuni ora alimentare questa speranza perché:
    “La Politica che vuol bene alla famiglia non è di destra o di sinistra, è semplicemente un atto di amore che ogni politico e ogni cittadino sono chiamati a svolgere per ringraziare di quanto si ha ricevuto in dono: ciò che oggi si è, la vita, dalla propria famiglia”.
    Cesare Palombi

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