Ha gli occhi che brillano. Il suo sguardo è pieno di vita e di gioia. Sul suo volto un gran sorriso o piuttosto questo è ciò che il nostro bagaglio culturale ci suggerisce, perché è l’emblema dell’espressione delle emozioni.
Ha un naso enorme e rosso, proprio come lo è il suo cuore, perché il suo, è un cuore da clown. Sto parlando di super Ricciolo, un giovane specialista nell’arte della risata, un clown dottore che si è addossato il compito di far sentire meno soli bambini e genitori, che affollano le corsie delle unità operative pediatriche.
Ogni settimana, si reca con il suo fagotto, pieno di trucchi incantati e di giochi, presso le strutture ospedaliere e lì accade la magia. Indossa il suo naso rosso e senza indugiare in ogni stanza inventa un gioco nuovo, grazie alla collaborazione degli artisti più bravi, i bambini.
La missione di super Ricciolo, è certamente molto delicata: irrompere in una stanza di degenza ospedaliera, significa entrare nella sfera intima del malato, e vederlo nella propria fragilità, privato dalle difese che il sé costruisce. La straordinaria capacità del clown è amare la persona in questa sua condizione, entrandovi in contatto dolcemente. Il clown bussa alla porta e con rispetto chiede se può passare insieme al malato, un po’ di quel tempo che viene reso infinito dal ricovero.
Tutto ciò, riporta alla mente la figura di Charlie Chaplin, personaggio che grazie alla sua bombetta nera ha saputo rendere eclatanti i gesti più semplici, dando voce alla classe operaia, rendendo ridicoli i grandi dittatori. Proprio perché la comicità clownesca consiste nella ricerca dell’autenticità dell’essere umano.
Il clown è l’emblema della spontaneità fanciullesca, unico nell’indossare i panni del proprio bambino interiore, orgoglioso nel mostrare al mondo le proprie debolezze e di fare di queste la propria forza. La risata che viene scatenata è fine a se stessa e come tale ha degli effetti incredibili a livello fisiologico. Ecco perché l’applicazione di questa arte viene definita come clownterapia.
La presenza di un clown durante una procedura invasiva, serve a ridurre notevolmente il carico di stress, quindi la percezione del dolore, poiché la risata e il senso di pace che il clown esercita sul bambino (e sul genitore) porta al rilascio di endorfine, i cosiddetti ormoni del buonumore che permettono al piccolo di rilassarsi. Ne consegue che viene ridotta sensibilmente la somministrazione di analgesici, la durata della degenza, permettendo un incremento del livello delle difese immunitarie.
Super Ricciolo lo puoi trovare a colorare il tempo presso l’ospedale San Raffaele e la fondazione De Marchi di Milano. La sua esperienza di clown è stata messa alla prova anche in un viaggio in Burkina Faso, portando la gioia del naso rosso, nelle terre aride del paese più povero al mondo. Inoltre, collabora assieme ad altri clown con l’associazione Dottor Sorriso onlus, che grazie all’operato di 14 dottor sorriso e clown volontari, contribuisce all’efficacia della clownterapia.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.dottorsorriso.it
Chiara De Carli.
Un ragazzo d oro…un ragazzo che ti mette a tuo agio con la sua simpatia e professionalità. …nei giorni bui dei ricoveri di mia figlia….lui riesce a trasformarli in pura luce trasformandoli in momenti di puro divertimento e gioia….grazie superricciolo