Scaccomatto continua a crescere e ad arricchirsi. Diamo il benvenuto ad Andrea, la nuova “penna” della nostra redazione! Ecco il suo primo articolo.
Quando viaggiamo in auto, spesso c’è solo una sottile striscia di vernice a separarci da quelle che corrono in senso opposto. Lo facciamo tranquillamente perché siamo abituati così. Ma se ci penso, mi sembra inconcepibile correre il rischio un potente urto frontale centinaia di volte al giorno. Non so quando, ma credo che prima o poi si troverà il modo di ridurre drasticamente la possibilità e la pericolosità di un tale impatto. E quando avremo preso nuove abitudini, viaggiare come facciamo oggi ci sembrerà quasi una roulette russa, come andare in moto senza casco o in macchina senza cinture di sicurezza.
Sono solo mie impressioni, ma qualora abbiano senso aggiungerei che, sempre stando ad esse, ciò che trovo più inquietante è quel “lo facciamo tranquillamente perché siamo abituati così”. Quante altre saranno le cose assurde che facciamo tranquillamente perché siamo abituati così?
Ma visto che tanto prima o poi arriva comunque, l’ideale sarebbe eliminarne la paura alla radice.
Ci sarà un modo?
Tralasciando le religioni, che non godono di alcun credito da parte mia, in un certo senso ritengo comunque ognuno di noi destinato a proiettare nell’eternità la propria esistenza. Non perché andremo biologicamente a formare altro (anche se è vero… ma la cosa non mi dice nulla), ma perché ogni nostra azione innesca una reazione che sarebbe stata diversa se ci fossimo mossi diversamente anche solo di mezzo millimetro. In ogni singolo istante della nostra vita facciamo qualcosa che influenzerà per sempre il futuro del cosmo, mettendo in moto un’infinità di reazioni a catena nessuna delle quali terminerà mai. Per quanti miliardi di anni possano passare, la realtà non si libererà mai del nostro passaggio da queste parti. Non so quanto sia riuscito a spiegarmi, faccio un esempio. Avete presente quando nei film o nei cartoni animati qualcuno torna accidentalmente indietro nel tempo, cerca di non modificare nulla ma è un tentativo che può solo fallire, e quando torna nella sua epoca trova cambiamenti inimmaginabili? Ecco, intendevo dire semplicemente questo.
Ma ho grossi dubbi su quanto ciò possa davvero farci sentire immortali, così ho continuato a cercare. E quel che mi è venuto in mente sarà pure ovvio, ma non ci avevo mai pensato: morire è una cosa che hanno fatto tutti, non so quanti miliardi di persone, anche le più insulse, banali e stupide tra le persone. E bene o male tutti l’hanno superato, nessuno che abbia detto no, non ce la faccio, morire è un’impresa al di sopra delle mie forze… e si sia ritirato. Insomma la gente lo fa da milioni di anni, perché dovrebbe essere un problema proprio per me?
E veniamo all’ultimo, banalissimo tentativo escogitato: per quanto smettere di esistere possa sembrare un’idea intollerabile, potremmo tener presente che abbiamo già trascorso un’eternità in quella condizione. E ne siamo usciti vivi.
Andrea