Quanto vale la reputazione di un Paese

di Daniela Zanuso

Probabilmente penserete che è una cosa un po’ futile analizzare la reputazione di un Paese. Ma non è esattamente così. Le nazioni che godono di una buona reputazione attraggono maggiori investimenti esteri, accrescono le esportazioni,  attirano i migliori talenti sul mercato.  Lo confermano i dati: salire di un posto nella classifica si traduce in un aumento del 3,1% di flusso turistico e di quasi il 2% sulle esportazioni.

Per verificare la reputazione di un Paese esiste  il Reputation Institute, un centro di  ricerca con sede a Copenaghen e Boston che analizza la considerazione di cui godono i 55 Paesi al mondo con il PIL più alto.  Il risultato è  il Country RepTrak, un indice che è frutto di un’indagine  condotta su 39 mila persone. Gli aspetti considerati sono 17, dalle bellezze naturali all’atteggiamento del popolo, dalla sicurezza nazionale alla competenza del governo.

Sul podio il Canada che scalza la Svezia  al 3° posto dopo la Svizzera. Seguono Svezia, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda e Irlanda. La classifica risente sicuramente dei nuovi scenari politici ed economici: gli Usa, causa l’elezione di Trump e gli inglesi, causa la Brexit, hanno entrambi avuto un crollo di immagine . La Grecia è, invece,  il paese che registra il maggior incremento rispetto ai risultati del 2016 (+14,3%).

L’Italia merita complessivamente il 14° posto, dietro Austria, Giappone e Spagna. Non è un gran successo, soprattutto se si considera che abbiamo perso i due posti faticosamente guadagnati nel 2016 (eravamo 12esimi). La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che verrebbe volentieri in Italia in vacanza (e in questo manteniamo il 5° posto dello scorso anno)  ma non ci resterebbe a vivere.

Ma la  grande discrepanza nei risultati sta nel fatto che il nostro Paese è più apprezzato dagli stranieri che da noi italiani. In poche parole, e come direbbe il proverbio, ci lamentiamo di gamba sana.

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