Piazza del Campo deve essermi sembrata ancora più bella e forse appena un più storta. Arrivai una sera di primavera accolto dal calore della pietra di cui il ristorante era fatto, dentro e fuori. Ospite tanto felice quanto ignaro di quel che avrei trovato: una azienda di sedie mi aveva invitato, un paio di giorni per mostrarmi la loro nuova collezione.
Già pensavo a qualche noiosa riunione con prototipi di sedute di cui dover inventare elogi invece, grande idea, venni catapultato fra botti di rovere, cantine sociali e storie generazionali di vitigni. Non ero allora e non sono adesso un attento cultore del vino ma, quei profumi, quel colore quella passione raccontata e vista e bevuta, non mi avrebbero mai più lasciato. Brunello di Montalcino, quello che nel mondo intero è riconosciuto come un gran vino, nato da una gran terra, per volere di grande passione, per me resterà sempre il mio personale secondo battesimo.
Il Palio e le contrade
Il Palio a Siena non è una manifestazione folkloristica, ma un aspetto fondamentale della vita della città. Ha origini remote, fin dal 1200 si ha testimonianza di corse di cavalli che proseguono nel Medioevo e nel Rinascimento fino a diventare un vero e proprio rito legato al giorno dell’Assunzione, il 15 agosto.
A quei tempi si chiamava Palio “alla lunga” perché veniva corso in linea e non si percorreva nel solo centro della città, ma partiva da fuori le mura sino al Duomo. Quello di oggi è il Palio “alla tonda” che si corre nella sola piazza del Campo.
Osservando il corteo storico sfilare in piazza del Campo, così solenne, meticoloso, legato ad un cerimoniale elaborato nei secoli, l’ultima cosa a cui pensiamo è che il Palio è regolato dalla sorte. Ad ogni edizione corrono il Palio 10 delle 17 contrade (le 7 che non l’hanno corso nell’edizione precedente e altre 3 estratte a sorte) e anche il cavallo viene assegnato per estrazione.
Il Palio è legato alle contrade. La contrada a Siena non è solo un territorio, è una patria, un popolo, è un’appartenenza che non si sceglie, ma si riceve con la nascita e si mantiene fino alla morte. Sono 17 e corrispondono ai territori della città all’interno della cinta muraria, partono da Piazza del Campo e hanno confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città.
Ognuna ha uno stemma, una bandiera, un motto, un simbolo, un santo patrono, un numero fortunato, una corporazione, una sede, un alleato e quasi sempre un rivale, solitamente una delle contrade confinanti. E ognuna ha anche una chiesa, la stalla per il cavallo, un Museo al centro della contrada dove viene custodito il patrimonio di bandiere, cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi delle “Comparse”. Nella contrada si fa vita sociale, si organizzano mostre, tornei, gare sportive, eventi, conferenze, cene. Anche le iniziazioni di ogni contradaiolo (battesimo, cresima, comunione, …) contemplano un rituale che ogni contrada rispetta scrupolosamente.
Mortali inimicizie le dividono: si odiano la Lupa e l’Istrice, l’Aquila e la Pantera, il Bruco e la Giraffa, la Chiocciola e la Tartuca, mentre la Torre ha due acerrime nemiche: l’Oca e l’Onda. Nessuno sa bene cosa ci sia dietro a queste rivalità secolari, ma a volte il sentimento di contesa è così esasperato che più che il desiderio di vincere, si tifa per impedire la vittoria della contrada nemica.
Sono convinta che per capire fino in fondo, sia necessario essere senesi.
La banca
Siena vuol dire anche la sua banca, il Monte dei Paschi, uno degli istituti di credito più antichi del mondo, fondato nel 1472, vent’anni prima della scoperta delle Americhe. Una banca travolta dagli scandali a partire dal 2007 con acquisizioni sbagliate, una finanza allegra (titoli e obbligazioni non propriamente vantaggiose), una mancata vigilanza. La banca senese era (ma lo è ancora oggi) fulcro della città. Nella Fondazione che allora governava MPS c’erano 16 componenti nominati da Comune, Provincia, Regione, Università, Arcidiocesi. Un intreccio con la politica strettissimo, soprattutto con il partito di maggioranza, il Pd, allora Pci- PDS- Ds. Scandali che hanno portato alla condanna a 3 anni e sei mesi dell’allora presidente MPS, il calabrese Giuseppe Mussari, per omesso controllo. “Un disegno criminoso” scrivono i giudici nella sentenza. Con lui vengono condannati i suoi più stretti collaboratori. Davis Rossi, 51 anni, suo portavoce descritto come il braccio destro di Mussari, si suicida in circostanze misteriose nel 2013.
A tutt’oggi, l’intricata vicenda non è risolta sia sul fronte delle inchieste, sia nell’animo di migliaia di dipendenti e correntisti in tutta Italia, né tanto meno in quello dei senesi onesti.
Terra di Siena
Il pigmento della terra di Siena naturale si ottiene per macinazione e lavatura della terra che veniva estratta già nel medioevo nella cava di Bagnoli di Arcidosso, nel territorio del Monte Amiata, che all’epoca faceva parte della Repubblica di Siena. Questa terra è di tipo argilloso e ricca di idrossido di ferro e si trova in natura sotto forma di polvere o pezzi friabili.
Poiché la terra così come si trova in natura può avere pezzi troppo grossi o impurità varie, richiede il processo di macinazione e lavatura. Il color “Terra di Siena bruciata” si ottiene invece per calcinazione, cuocendo cioè il pigmento della terra di Siena naturale ad alta temperatura.
Enzo Biffi
Daniela Zanuso
Daniela Annaro
Giacomo Laviosa