Quel che vorrei sentire da Zingaretti

di Marco Riboldi

Ho votato alle primarie del PD  scegliendo Zingaretti (per una volta ho vinto, di solito votavo il candidato perdente).  Non riuscirei mai  a votare un partito di una coalizione di destra: su questo ho pochi dubbi e la mia ostinata fedeltà al centro sinistra non credo possa modificarsi.

Dopo di che, ho molto da chiedere al mio segretario.

Perché, insisto sul tema, non mi basta una serie di importanti e giuste affermazioni di principio: io desidero che il centro sinistra riesca a governare, e per fare questo occorre che ci sia una proposta capace di affrontare anche i temi scomodi e le domande difficili poste in modo talvolta anche sbagliato dal cittadino medio. Quindi, per favore, fatemi e fateci sapere.

Cosa abbiamo in mente in tema di immigrazione?

Se diciamo “apriamo i porti” o “ius soli” diciamo  cose impopolari, che troppi cittadini rifiutano come d’istinto. Sia chiaro: quel che si ritiene giusto si propone indipendentemente dagli applausi o fischi che si riscuotono, ma se ci spieghiamo meglio forse riusciamo a convincere i nostri concittadini.

E allora vogliamo assumerci la responsabilità di dire con chiarezza cosa proponiamo esattamente in termini concreti quando parliamo di accoglienza?

C”è un limite? E quale? Numerico, in base alla provenienza, per età, secondo i Km percorsi?

E poi? Si continua a lasciare che queste persone (persone, non dati statistici) ciondolino per le strade delle nostre città in una mescolanza di brava gente e fannulloni, di chi vorrebbe integrarsi e lavorare e  di chi diventa manodopera  per la criminalità?

E che dire di quelli super sfruttati dai “caporali”? E per evitare i lager in Libia, abbiamo qualche proposta?

Per favore non rifugiamoci in formule astratte e vuote (tipo “occorre una politica europea”: la redistribuzione degli immigrati è una favoletta cui nessuno crede, in primis gli elettori italiani)

Abbiamo, in Italia, forze straordinarie nel volontariato e nel privato sociale, che potrebbero  lavorare benissimo ( e spesso già lo fanno): quali sono le proposte concrete per sostenere queste forze ad aiutare l’Italia e gli immigrati?  Quando vedo che l’estrema destra trova oggi capacità di penetrazione nei quartieri proletari perché riesce a entrare in sintonia con le preoccupazioni e i bisogni, non posso fare  meno di pensare che abbiamo disperso un patrimonio che la sinistra e il cattolicesimo progressista avevano costruito in decenni di lavoro al fianco degli emarginati.

La buona notizia è che le forze ci sono e  sono fresche: ma occorre una cornice politica, realistica (inutile farsi illusioni universalistiche: un limite, generoso, ma rigoroso, alla accoglienza  deve esserci) e soprattutto credibile e concreta.

Nota: avevo invano chiesto che i giornalisti chiedessero le stesse cose ai leghisti, durante la campagna elettorale (come esattamente farete a mandar via 500.000 immigrati come dite di voler fare: in aereo, a piedi, con quali accordi ecc.?).

E in tema di sicurezza e ordine pubblico?

Credo che la sinistra debba chiarire che anche i progressisti non amano la situazione che si crea quando si può commettere una serie di reati, anche di una certa  gravità, confidando nella quasi certezza di essere subito rilasciati a piede libero. Ormai è passata l’idea che “la sinistra” sia la parte politica  responsabile del fatto che una borseggiatrice sia rilasciata, dopo una settantina di “colpi”, perché incinta. E che sostanzialmente le politiche progressiste abbiano paralizzato le nostre forze dell’ordine, bravissime (ed è vero che lo sono), ma bloccate dall’idea che un intervento energico possa trasformarsi in un processo alla loro azione (fermo restando che le esagerazioni sono da condannare, come avviene, il problema é che non vengono condannati quelli che le azioni “energiche” le mettono in atto contro le forze dell’ordine).

A me pare che sia urgente spiegare che non è questa la nostra visione e che se si insiste sul fatto che gli altri esagerano le paure, non significa che siamo allegramente superficiali, ma che siamo responsabilmente preoccupati e non vogliamo speculare sulle preoccupazioni dei cittadini.

Però allora occorre proporre azioni concrete anche in questo campo. Anche qui, insomma: ritorniamo a stare al fianco dei cittadini, soprattutto dei più smarriti, dei più indifesi, dei più lontani.

Economia e lavoro. Ecco, qui andiamo un po’ meglio, mi pare che le idee ci siano, anche in abbondanza. Il problema è che non sono chiare ed univoche.  Si passa da una teoria di tipo socialdemocratico a una esaltazione del libero mercato con una agilità che neanche le ballerine della Scala. Riusciamo a dare un po’ di ordine alle nostre proposte?

Faccio qualche esempio: perché non  apriamo una grande battaglia contro i monopoli che toccano direttamente la vita quotidiana dei cittadini? Perché non posso trovare i farmaci nelle farmacie della grande distribuzione? Perché pezzi di territorio dello stato sono dati in concessione a prezzi bassissimi? Penso alle spiagge: restino pure ai concessionari che hanno fatto investimenti, ma non ad affitti ridicoli. Perché un commerciante deve sopportare che la sua stessa merce, contraffatta, sia venduta abusivamente su un molo che si trova a poche decine di metri da una postazione della Guardia di Finanza? Vi sembrano battaglie da lasciare alla destra? (che non le farà mai perché rappresenta quel blocco di interessi)

Se per caso pensate che  su tutte queste faccende in realtà la sinistra abbia delle proposte, credo abbiate perfettamente ragione: sarebbe bene chiedersi però come mai  la gente non lo sappia.

Che ci piaccia o no, la sinistra non viene avvertita come  una forza capace di risolvere i problemi di cui si parla quotidianamente nei luoghi di aggregazione (traduco: bar, parrocchie,  circoli vari…).

O ci diamo una svegliata o finiremo ai margini.

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