Quel genio di Leonardo da Vinci

leonardo_da_vincidi Daniela Annaro

Nonostante i riconoscimenti  postumi della sua genialità, non  deve essere stata tanto  facile la vita di Leonardo che oggi festeggiamo ricordando la sua  nascita avvenuta il 15 aprile 1452.

Vita non facile, almeno così ci sembra, leggendo con attenzione la sua biografia. E’ figlio naturale  di un notaio di Vinci, Piero, che avrà altri dodici eredi legittimi  con cui Leonardo dovrà battagliare per l’eredità. Cresce  col nonno Antonio, anche lui notaio, fino ai tredici anni, dopodiché il padre lo porta con sé a Firenze. Trent’anni dopo la morte di Leonardo, Giorgio Vasari nelle ” Le Vite de più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani” parla di Ser Piero da Vinci definendolo “zio”, a testimonianza  di quanto contasse ancora quella posizione di “figlio naturale”.

Nel 1476, a Firenze con altri quattro giovani, tutti di buona famiglia,  il ventiquattrenne Leonardo subisce un processo per sodomia che si risolve con un ammonimento. Un fatto drammatico oggi come  cinque secoli fa, che lascia un impronta forte, soprattutto negli ambienti vicini al clero romano. E’ già un pittore apprezzato quando questo fatto avviene, lavora dal 1465 nella bottega di Andrea del Verrocchio  ed è già iscritto alla Compagnia di San Luca dei pittori fiorentini. Con il suo maestro collabora attivamente  condividendo anche le prime opere come per esempio il Battesimo di Cristo.

uomo vitruvianoA ventisei anni è un pittore indipendente: dipinge   molto, ma la sua città gli è in qualche modo ostile o meglio la sua multiforme natura ne fa un artista atipico proprio per la varietà dei suoi interessi. Si occupa di tutto: architettura, anatomia, ingegneria, arte militare, idraulica, ottica, zoologia. Studia e annota pur non avendo studiato il latino, la lingua con cui veniva diffuso  il sapere a quel tempo. Firenze in questo senso gli è “matrigna”. Lo stesso Lorenzo de’ Medici scrive una lettera di presentazione di Leonardo indirizzata alla corte di Ludovico il Moro e  lo raccomanda come musico, almeno  secondo alcune fonti. E’ il Viniciano stesso  a  correggere il tiro scrivendo una lettera al Moro e dichiarando  di essere pittore, architetto e scultore, di sapere allestire apparati scenici,  di saper costruire macchine da guerra.

Arriva a Milano nel 1482 e per Leonardo si apre un periodo di grandissima attività, diventa un punto di riferimento centrale per la corte sforzesca e il successo che ottiene lo accredita anche presso le altre corti d’Italia e d’Europa come, per esempio , quella dei Gonzaga, è amatissimo da Isabella d’Este. o quella francese. E’ a Milano che realizza alcuni dei suoi capolavori: uno su tutti il Cenacolo, fra i siti italiani più frequentati dagli stranieri dopo il Colosseo  e Pompei.

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Alla sconfitta del  Moro da parte dei francesi, nel 1500 Leonardo  va a  Venezia, Mantova e poi torna a Firenze. dove per testimonianza di un cronista conduce una “vita varia e indeterminata forte, sì che che pareva vivere alla giornata”. Durante quel soggiorno, riceve  commissioni dal re di Francia Luigi XII e si rimette in  viaggio. Come  architetto e ingegnere realizza opere a Urbino, Rimini, Cesenatico, Pesaro, Cesena. Ritornato a Firenze continua i suoi studi di pittura, anatomia, idrologia. studia il volo degli uccelli, mette in ordine una massa sterminata di disegni e appunti, ma rimane malissimo per l’esito infausto del grande affresco della Battaglia di Anghiari non portato a termine. per incomprensioni con altri artisti e mecenati fiorentini.

Mona_LisaTorna a Milano protetto dal re Luigi XII  vi rimane fino 1512 quando gli Sforza rientrano in città. A Roma, lo chiama Giuliano de’ Medici ma Leonardo è escluso da tutto le importanti committenze della corte papale, viene ostacolato anche nei suoi studi sull’anatomia. “ I Medici mi creorno e destrussero” scrive nei suoi appunti. Lo salva ancora una volta la Francia si rifugia alla corte di Francesco I. Diventa ” premier peintre, architecte e mechanicien du Roi”. E’ il 1517, con se’ ha quadri e appunti preziosissimi. Fra le opere anche la Gioconda. Nonostante la paralisi alla mano destra, ma lui pare proprio fosse mancino, studia , disegna progetta. Muore a Amboise  il 2 maggio del 1519.

 

 

 

 

 

 

 

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