Richiedenti asilo, Formenti: “L’integrazione funziona solo sui piccoli numeri”

di Fabrizio Annaro

Il suo partito, la Lega, è sempre stato molto critico sulla gestione dell’accoglienza dei profughi in Italia. Ad Antonello Formenti, consigliere regionale della Lombardia, abbiamo chiesto un parere sui progetti di accoglienza dei richiedenti asilo. L’intervista è pubblicata all’interno del Sesto Report sull’Accoglienza dei richiedenti asilo in Brianza ad opera della RTI Bonvena, il raggruppamento di imprese sociali che gestiscono gran parte dell’accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Monza e Brianza.

Come vedi l’accoglienza profughi in Brianza e più in generale in Lombardia?

Il mio punto di osservazione è Lecco. Credo che i richiedenti asilo passano la maggior parte del tempo ad oziare; tant’è che alcuni di questi ragazzi sono stati adescati dalla criminalità.

A tuo parere quali sono i criteri per una buona accoglienza?

Anzitutto il numero. Non possiamo pensare di accogliere tante persone. L’integrazione funziona con piccoli numeri, altrimenti la società vede questi arrivi come una minaccia. Poi dobbiamo costruire dei programmi in modo che i richiedenti asilo non passino il tempo a far poco o nulla. Mia zia suora, missionaria in Egitto, (oggi non c’è piu) insisteva sulla necessità di aiutare queste persone nei loro paesi d’origine. Dobbiamo incentivare gli aiuti, gli investimenti, le azioni umanitarie nei paesi da dove si emigra.

In Brianza gli enti che fanno parte di RTI Bonvena hanno organizzato parecchie attività: volontariato, corsi di italiano, attività civiche, il Fondo Hope che favorisce l’integrazione … tutte attività, fra l’altro, extra bando.

Bene, è buona cosa. Poi c’è un altro problema. Devi avere regole certe e applicabili, come ad esempio la possibilità “concreta” di svolgere i controlli nell’ambito dei luoghi di accoglienza, oppure sapere dove vanno a finire i soldi stanziati dal bando della Prefettura. Inoltre, c’è la questione del rimpatrio nel caso la richiesta di asilo fosse respinta dalla commissione prefettizia. Attualmente si dà allo straniero un foglio di via, ma non sappiamo in realtà che fine facciano queste persone. O meglio è certo che rimangano in Italia o tentino di andare in altri paesi Europei diventando facile preda della criminalità.

La proposta del nuovo governo è quella di inserire in centri specifici gli stranieri clandestini. Molteni, deputato della Lega, propone che questi centri prevedano la detenzione e poi il rimpatrio. Avete allarmato il mondo cattolico e… non solo.

Non è così . Si sta discutendo come gestire al meglio l’identificazione, le verifiche ecc. . Certamente questi luoghi non saranno luoghi di detenzione ma nello stesso tempo non son alberghi a 4 stelle .

Non c’è il rischio di violare i diritti umani nel caso si rimpatriasse una persona in un paese dove c’è la guerra?

Mi chiedo: se ci fosse la guerra in Italia e un altro stato volesse invadere il nostro paese, cosa faremmo? Scappiamo o prendiamo le armi e lottiamo per mantenere la libertà? Io penso che dobbiamo aiutare questi paesi per ripristinare o creare le condizione per una civile democrazia Regione Lombardia?

Molti esponenti degli enti della Rete criticano Maroni perché Regione Lombardia ha fatto poco o nulla per i richiedenti asilo.

Sull’argomento la Regione non ha specifiche competenze. Se Regione Lombardia deve mettere risorse diamogli anche le competenze. Lei entrerebbe in una società dove le dicessero: metti i soldi e poi ci pensiamo noi, tu stai fuori dalle scelte aziendali? Io no .

Il report completo è scaricabile dal seguente link

VI REPORT_RTI BONVENA 20 giugno 2018

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