di Luigi Picheca
I rifiuti ci circondano. Non c’è posto che non contenga rifiuti ed è diventato un problema da non sottovalutare. I rifiuti ci stanno sotto i piedi, li abbiamo in casa e al lavoro, li vediamo nei fiumi e nei mari e ci stanno persino sopra la testa.
Dopo la Rivoluzione Industriale i rifiuti hanno cominciato a popolare il nostro paesaggio, dapprima sotto forma di cumuli o di vere colline di scarti industriali, cambiando la natura dei corsi d’acqua e dei mari e riempiendo le grandi buche scavate dall’uomo per nasconderle alla vista. Tutti metodi che ci hanno portato alla saturazione da rifiuti, un metodo sbrigativo ma estremamente miope e inefficace che ora stiamo pagando tutti.
Adesso stiamo raccogliendo questa infausta eredità e ne stiamo pagando il prezzo che, come succede nella “terra dei fuochi, costa tante vite umane. È giunto il momento di rendersene conto e di unire le voci in un grido di allarme che riguarda tutti e di sollecitare quei provvedimenti che agevolino un recupero ambientale che tuteli la nostra salute e di quella delle generazioni a venire.
Sappiamo che tante organizzazioni criminali speculano sulla questione dei rifiuti a danno della nostra salute e dobbiamo batterci tutti insieme contro questa organizzazione che ci procura solo del male arricchendo poche persone e condannando intere comunità.
Dobbiamo trovare il coraggio di fermare questo affare e di segnalare le cose che ci mettono in allarme e dobbiamo capire e insegnare a tutti come riciclare i rifiuti, a partire da quelli che produciamo noi stessi nelle nostre case e negli ambienti di lavoro.
Lo possiamo fare adottando i piccoli accorgimenti che ci vengono indicati dai Comuni per la raccolta differenziata e ci dobbiamo impegnare maggiormente nel riciclare i rifiuti, magari ingegnandoci nel recuperare gli oggetti che ancora possano servire a qualcuno.
Esitono tanti inquinanti che avvelenano il nostro ambiente. Dall’aria che respiriamo all’acqua che vediamo intorno a noi e che viene usata in agricoltura come componente essenziale per lo sviluppo dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole.
Non è più tempo di ignorare il problema e sappiamo che ci troviamo di fronte a scelte inderogabili. Abbiamo fatto di tutto per smaltire le emergenze legate ai rifiuti, li abbiamo mandati anche all’estero, sprecando un sacco di soldi perché non vogliamo gli inceneritori “vicino” a casa nostra e così ingrassiamo sempre chi ci specula sui nostri stessi rifiuti.
La nostra società produce una quantità di rifiuti, nelle industrie, nelle lavorazioni, negli ospedali e nelle nostre case produciamo rifiuti più o meno tossici!, dobbiamo trovare una soluzione prima che il male raggiunga le proporzioni di una epidemia
Luigi Picheca