Riforma terzo settore: filosofia e principi

di Daniela Zanuso

Davanti ad una sala gremita, venerdì 6 ottobre presso la sede dei Commercialisti e degli esperti contabili di Monza, si è tenuto l’incontro sul tema “La riforma del terzo settore. Filosofia e principi alla base della nuova normativa”, un momento di riflessione e confronto sulle novità introdotte dalla nuova riforma.Un passaggio epocale – lo ha definito Luigi Losa, moderatore dell’incontro e Vicepresidente della Fondazione Comunità MB – una riforma necessaria per un settore che riveste un ruolo fondamentale nell’economia del nostro Paese. Il Sindaco Dario Allevi, presente all’incontro insieme all’assessore alle politiche sociali Desirée Chiara Merlini, definisce il terzo settore “Impresa del bene” e dichiara un certo ottimismo sulle opportunità e le progettualità che si possono innescare con questa riforma. Anche il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi ritiene che, di fronte ai bisogni di tipo sociale emersi in questi anni, il terzo settore sia sempre più coinvolto ad affrontare le nuove emergenze e che ci sia la necessità di una maggiore interazione con gli enti pubblici.

“Con questa riforma il ruolo del volontariato viene riconosciuto a pieno titolo – afferma Nicola Venturo, capo di Gabinetto della Prefettura. Oggi i volontari in Italia sono 6 milioni e il terzo settore è uno dei comparti economici che meglio ha reagito alla crisi e che gode di ottima salute. E sottolinea che la riforma, attraverso l’introduzione di una disciplina organica, conferisce una maggior importanza alla dimensione sociale.

Alessandro Lombardi

Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ci fornisce le chiavi di lettura della riforma ed evidenzia la necessità di un cambio di mentalità. Organicità, che ha alla base un radicale mutamento di prospettiva, promozione e sostegno, cioè la creazione di condizioni normative e amministrative che favoriscano la crescita degli enti del terzo settore; flessibilità che consente di inserire tutte le realtà, anche quelle che nasceranno in futuro sulla base dei nuovi bisogni; centralità del volontariato perché il volontario è una figura trasversale a tutti gli enti di questo settore; autonomia grazie al fatto che ogni ente potrà sviluppare il suo modello organizzativo; sussidiarietà attraverso la co-programmazione e la co-progettazione ed infine trasparenza attraverso l’obbligatorietà di pubblicazione anche sul proprio sito, del bilancio sociale 

Giorgio Fiorentini

Giorgio Fiorentini, Docente Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico – SDA Bocconi, ci introduce alla valutazione dell’impatto sociale della riforma sul sistema o, come meglio definisce lui, delle valutazioni qualitative e quantitative degli effetti nel breve, medio e lungo periodo, delle attività svolte sulla comunità di riferimento, rispetto all’obbiettivo individuato. “Ci sono varie modalità di valutazione – afferma Fiorentini – ma è necessario prima di tutto stabilire chi sono i portatori di interesse. E anche lui evidenzia alcune parole chiave: progettualitàconfronto tra investimenti ed obbiettivi, indicatori per misurare la redditività sociale, perché  “chi finanzia vuole capire”.

Stefano Tabò, Presidente CSVNet, si dice convinto che la riforma fa entrare il nostro Paese nell’età adulta e parla di un “cammino culturale” e del riconoscimento del volontariato come fenomeno sociale. “La riforma – afferma Tabò – per funzionare deve armonizzare tutte le componenti a livello nazionale e territoriale, perché il terzo settore è un mondo complesso e variegato che scommette sulla capacità di fare rete”.

L’intervento di Umberto Zandrini, Presidente Federsolidarietà – Confcooperative Milano-Lo-MB, è incentrato sulle ricadute sulla cooperazione, ma anche sulla necessità di cominciare subito ad agire, perché il nostro è un mondo in continua e  veloce evoluzione e sarà sempre più complesso affrontare le sfide future. 

Maurizio Postal, Consigliere nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili con delega al No profit pone l’attenzione sulle norme e sulla regolamentazione tributaria. “C’è tempo fino a gennaio 2019 per la riscrittura degli Statuti, ma è opportuno che ogni ente faccia chiarezza sulla strada da percorrere per il riconoscimento della funzione giuridica – dichiara Postal – perché ci saranno ETS (enti terzo settore) iscritti al registro e altri che non potranno farlo perché privi dei requisiti. Questo implica obblighi diversi di rendicontazione e di bilancio”.

Una panoramica sulla riforma che ci ha consentito di considerarla sotto i diversi aspetti e che ci ha chiarito tante idee, ma che è solo l’inizio di un percorso che proseguirà con sette incontri a cura del CSV Monza e Brianza che si terranno dal 14 ottobre al 27 gennaio e un Forum di approfondimento nel nuovo anno. Per maggiori informazioni: CSVM&B

 

 

 

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