Rohingya: chi sono e perchè torneranno a casa


il sorriso quotidiano

Birmania e Bangladesh hanno deciso: è stato infatti firmato giorni fa un accordo per il rimpatrio dei rifugiati Rohingya. L’accordo prevede la nascita di cinque campi di transito in territorio bengalese, mentre la Birmania preparerà due centri di accoglienza.

Ma chi sono e perché devono “tornare a casa”?

I Rohingya sono un gruppo etnico di religione islamica, che parla il rohingya, una lingua indoeuropea; molti sono stati relegati in ghetti o sono fuggiti in campi profughi in Bangladesh e sulla zona di confine tra Thailandia e Birmania. Più di 100 000 Rohingya vivono in campi per sfollati, anche perché le autorità hanno proibito loro di lasciarli. I Rohingya hanno catturato l’attenzione internazionale sulla scia di alcune rivolte svoltesi nel 2012.

I Rohingya sono stati descritti come “il popolo meno voluto al mondo” e “una delle minoranze più perseguitate al mondo”. Per una legge sulla concessione della cittadinanza del 1982, essi non possono prendere la cittadinanza birmana. Non è consentito ai Rohingya di viaggiare senza un permesso ufficiale, di possedere terreni e, inoltre, sono tenuti a firmare un impegno a non avere più di due figli.

Secondo Amnesty International, la popolazione musulmana Rohingya continua a soffrire per violazioni dei diritti umani da parte della dittatura militare birmana dal 1978, di conseguenza molti sono fuggiti nel vicino Bangladesh.

Crediamo quindi che il patto stretto dalle due nazioni segni finalmente una svolta, decisamente storica.

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