di Francesco Troiano
Sono seduto sulla panchina dei giardini con il mio cane. Una signora sulla sedie a rotelle affianco a noi, dal suo smartphone, sta facendo vedere a una sua amica un video. L’amica le fa i complimenti per come danza.
Io, sobbalzo un attimo, e m’incuriosisco. Senza vergogna, allungo il collo e intravedo le immagini che scorrono sul telefono: è lei, che, sull’onda di Ciaikowski, sta… danzando… con la sua sedia a rotelle! Sono immagini meravigliose che mi stanno arrivando al cuore.
” Signora, mi deve scusare, ma non ho potuto fare a meno di sbirciare…”
“Certo certo… guardi pure… sono le riprese di uno spettacolo che il mio gruppo ha fatto una settimana fa….ci chiamiamo “Rotelle con le ali” (nome di fantasia).
“Non potevate scegliere nome migliore: sprigionate un’armonia e una Bellezza che…”
La mia voce è rotta dalla commozione, e mi viene da scusarmi.
“Non si scusi, e anzi, grazie della sua sensibilità. Non sa di quanto abbiamo bisogno della sensibilità altrui”
Prima di dirigermi verso casa, mi permetto di abbracciarla, e di pronunciare la frase: “Grazie a lei”.