Ruggero Savinio, il pittore poeta filosofo

di Daniela Annaro

Nelle Stanze dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano, grandi e materici dipinti narrano il lavoro di un  importante, ma poco raccontato, pittore, poeta, filosofo come molti studiosi lo definiscono: Ruggero Savinio.

La rassegna milanese, curata  da Luca Pietro Nicoletti,  propone le opere di un largo arco di tempo tra il  1959 e il 2022 , più di mezzo secolo di attività fra Parigi, Milano, Roma.

Ruggero, però, nasce  a Torino nel 1934: è qui che il padre Alberto  Savinio e lo zio, Giorgio de Chirico, vivono. Due figure straordinarie dell’arte del XIX secolo. E ancora oggi che ha superato gli ottant’anni dice:

All’età di concludere sono ancora annesso alla categoria dei figli. Questa condizione, oltre all’ovvia conseguenza di incenerire una lunga stagione di lavoro, possiede  quella positiva di darmi una persistente immarcescibile giovinezza.” 

Di certo, Ruggero Savinio ha respirato e condiviso il sapere – non solo pittorico –  dei Due Dioscuri, come i fratelli De Chirico sono definiti. Ma ha necessariamente faticato per occupare il proprio spazio. Quando il padre muore ha solo 17 anni e vive a Roma. E’ il 1952.

Il giovane Ruggero che ha appreso i rudimenti del mestiere dallo zio Giorgio  frequenta Lettere e Filosofia alla Sapienza, risente del fascino della cultura francese. A Parigi,  dove si trasferisce, i grandi musei gli consentono di confrontarsi con i maestri del passato: i Caravaggeschi italiani, ma anche George de la Tour e poi, ancora Poussin. Maestri che hanno affrontato e interpretato il tema della luce, a lui, Ruggero, assai caro. Che così  scrive:

Dal punto di vista plastico considero l’ombra il sostegno dell’immagine. L’ombra, insieme con la luce, contiene l’immagine, ma mentre la luce  tende a disperderla in infinità, l’ombra le dà un peso che chiamerei corporeo. (…) La figura emerge dall’ombra come da un grembo oscuro…

Una figura evanescente, nostalgica, poetica, fuori dal tempo, ma anche ricca di sensualità, scevra- da sempre  – dalle mode e dalle imposizioni del mercato. Nelle cinque sezioni della mostra, tra tele di grande formato, disegni  e libri, emerge questo: la forza di una pittura che rispecchia la ricerca di  Ruggero Savinio tra memoria familiare e amplissime conoscenze letterarie. Una cognizione avuta sin dagli esordi a Milano. E’ qui che nell’aprile del 1962 esordisce alla Galleria delle Ore di Giovanni Fumagalli.

E’ la prima personale. Ha 28 anni. Ma è il ritorno a Roma  alla fine degli anni Ottanta a segnare una nuova svolta nella sua pittura con l’incontro   della moglie, la poetessa Annelisa Alleva, e la nascita dei due figli. Una dimensione privata che viene racconta nell’ultima sezione della mostra, intitolata “Interni familiari”.

 

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