E’ bellissima la scena del film “Francesco” di Liliana Cavani dove un sorprendente Miki Rourke, che interpreta il santo di Assisi, prega urlando con tutte le sue forze perchè Lui, l’Altissimo, l’Onnipontente Signore si manifesti, parli, dica qualcosa a colui che ha lasciato tutto per amore Suo.
Dopo le urla, il silenzio. Silenzio che si immerge e compenetra il silenzio ancor più misterioso e profondo delle montagne e dei boschi de La Verna. E’ la notte della Fede, quella che investe i santi e che accomuna storie vicine e lontane. La stessa notte che ha investito, per esempio, Madre Teresa pochi mesi prima di passare a miglior vita.
Il silenzio di Dio non dura a lungo e si racconta che “nell’estate del 1224 San Francesco si ritirò sul monte della Verna per i suoi consueti periodi di silenzio e preghiera. Durante la sua permanenza chiese a Dio di poter partecipare con tutto il suo essere alla Passione di Cristo, mistero di amore e dolore. Il Signore lo ascoltò e gli apparve sotto forma di serafino crocifisso lasciandogli in dono i sigilli della sua passione. Francesco divenne così anche esteriormente immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita tanto assomigliava. L’evento delle stigmate e l’esempio di vita sono il bene più prezioso che Francesco consegna ai frati, alle donne e agli uomini di tutto il mondo”.
Le stigmate sono il dono più grande e più bello per san Francesco, il coronamento di una vita dedita alla ricerca spirituale e alla comprensione del mistero più profondo della vita. E’ la vita ad essere amata dal santo. Nel film della Cavani emerge tutta l’inquietudine dell’uomo moderno di fronte la spiritualità. Lontana dalla iconografia e dallo stile angelico e retorico, La Cavani ci presenta l’aspetto più umano di san Francesco, le dure battaglie, le incertezze, i sensi di vuoto tipici della spiritualità contemporanea.
Le stigmate sono il coronamento di una vita che non arretra e non cede alla tentazione di porre “lo sguardo dietro l’aratro”. Francesco con le stigmate conquista la fiducia di Dio e ottiene un ulteriore conferma del Suo speciale amore.
Il Signore confida in Francesco e gli affida il destino di quella parte di umanità che avrà un grande ruolo nella chiesa e nella storia degli uomini. Sono convinto che nell’animo di molti, anche se non si vedono, troviamo i segni delle stigmate: tante donne e tanti uomini che vivono la sofferenza nel silenzio e nell’accettazione. Sono doni invisibili che san Francesco sicuramente ha conosciuto.
Fabrizio Annaro