di Fabrizio Annaro
Giacomo era fratello di Giovanni apostolo. Secondo i Vangeli canonici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago Tiberiade quando Gesù li chiamò per seguirlo.
San Giacomo è stato una figura importante nella storia della chiesa. Era il capo della comunità di Gerusalemme. Il pensiero dell’apostolo Giacomo è racchiuso nelle lettere che fanno parte del Nuovo Testamento. Fra i brani più famosi delle lettere di San Giacomo, sicuramente l’affermazione secondo cui non basta dichiararsi credente, ma occorre che la propria fede si manifesti attraverso opere concrete. L’apostolo insegna anche ad avere lo stesso rispetto sia per i poveri sia per i potenti. Meno famosa la riflessione sulla preghiera e sulla sorte dei ricchi.
La domanda fiduciosa
Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare mossa e agitata dal vento; e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo oscillante e instabile in tutte le sue azioni.
La sorte del ricco
Il fratello di umili condizioni si rallegri della sua elevazione e il ricco della sua umiliazione, perché passerà come fiore d’erba. Si leva il sole col suo ardore e fa seccare l’erba e il suo fiore cade, e la bellezza del suo aspetto svanisce. Così anche il ricco appassirà nelle sue imprese.
Il martirio di san Giacomo avvenne fra il 42 e il 44. Il martirio di San Giacomo è citato nella parte finale del testo apocrifo la Prima Apocalisse di Giacomo. Il processo di condanna ricorda quello di Gesù, mentre le parole pronunciate durante la lapidazione sono uguali a quelle di Stefano
“La maggior parte vide che Giacomo era innocente e voleva liberarlo, ma il popolo esclamò: ‘Toglietelo dalla terra perchè non è degno della vita’. Allora i giudici ebbero paura e dissero: ‘non siamo responsabili del sangue di quest’uomo’. Allora le guardie portarono via Giacomo e mentre lo lapidarono egli disse: ‘Padre mio che sei nei cieli, perdonali perchè non sanno quello che fanno’.”
Dopo il martirio, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia. Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto intorno nell’anno 830 in seguito ad una visione di un monaco eremita. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell’Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae (“campo della stella”) dal quale deriva l’attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia.
Il Cammino di Santiago de Compostela
Nel Medioevo, ma anche negli anni successivi, la tomba di San Giacomo divenne meta di grandi pellegrinaggi, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata.
Il pellegrinaggio a Santiago, lungo preferibilmente il suo “Cammino”, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale. Gli altri erano quelli che portavano a Gerusalemme, alla tomba di Gesù e a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro, facendo assurgere la figura di Giacomo al livello delle più importanti figure della Cristianità.