Schermaglie barocche, un duello tra compositori

schermagliedi Alessandro Arndt Mucchi

Un’allegra ed elegante zuffa tra gentiluomini barocchi ci viene proposta al Teatro Binario 7 di Monza, piccola sala dalla programmazione vivace e attenta a ricercare spettacoli intriganti e lontani dai soliti concerti che stancamente si ripetono di teatro in teatro.

Vivaldi vs Haendel: Schermaglie Barocche è il titolo di una serata che chiude nel ring i due grandi della musica a cavallo tra XVII e XVIII secolo, e li fa scontrare a colpi di concerti, sinfonie e arie grazie all’orchestra dell’Accademia Musicale dell’Annunciata di Abbiategrasso, diretta dal Maestro Riccardo Doni. L’offerta musicale spazia da brani notissimi (L’Autunno) a composizioni meno in prima linea, ma proprio per questo da ascoltare ancora più interessati (come la Sinfonia in Re maggiore RV 125 di Vivaldi).

Il piano è semplice: mostrarci come i due eccellessero su fronti diversi della composizione, dominando gli archi con maestria il veneziano e sfruttando la morbidezza della voce il sassone. Ecco, forse la scelta di pezzi di Haendel è stata dettata anche dall’organico a disposizione per la serata, un ensemble d’archi con il solo (bravo) fagotto a contrastarli, che dunque costringe a ripiegare sul canto vista l’impossibilità di ascoltare le orchestrazioni più abili del compositore.schermaglie barocche

Di necessità virtù, e la morbida voce della mezzosoprano britannica Rachel O’Brien ben riesce nel far dimenticare l’assenza dei fiati con l’evidente ricerca tecnica di sonorità e timbri ragionati. Brava nei soffici acuti, ma in difficoltà nel sovrastare i musicisti nel registro più grave, forse non aiutata da un posizionamento sul palco che non permetteva di mettere il necessario spazio tra lei e l’orchestra.

Riccardo Doni dirige e accompagna al basso continuo riuscendo nel compito di essere contemporaneamente conduttore e parte del tutto, evidenziando l’evidente legame artistico (e immaginiamo di formazione) con tutti i membri dell’ensemble che solidamente eseguono anche i passaggi più virtuosistici senza scomporsi. Studiare e formarsi insieme, imparando tanto dai Maestri quanto dai compagni, è esperienza imprescindibile per i giovani musicisti che ne guadagnano in completezza e sicurezza nell’esecuzione, ma certamente aiuta la presenza tra loro dei Maestri Carlo Lazzaroni (primo violino) e Marcello Scandelli (violoncello).

La scelta filologica di montare sugli strumenti le corde in budello utilizzate dai musici di Haendel e Vivaldi porta con sé un timbro particolare e notevolmente diverso da quello cui siamo abituati, ma offre il fianco al rischio dell’accordatura ballerina sempre in agguato. Si mette da parte un po’ di precisione in favore dell’effetto spiazzante di un suono diverso, e tutto sommato il bilancio è positivo.

L’amalgama della serata è garantita dagli interventi di Andrea Zaniboni, che introduce i pezzi presentandone le particolarità e raccontando aneddoti interessanti tra un brano e l’altro, così da immergere ancora di più gli spettatori nella zuffa tra i compositori. Quella di spendere brevi parole di presentazione è una trovata ottima che indica agli ascoltatori dove puntare le orecchie, permettendo anche a chi fosse ai suoi primi incontri col barocco di coglierne le sfumature.

Tra stoccate e fendenti le due ore in compagnia delle Schermaglie Barocche filano veloci, in uno spettacolo ben pensato che intrattiene, racconta e colpisce particolarmente con gli adagio più struggenti. Bravi ai giovani musicisti dell’orchestra, ai solisti, e soprattutto a chi ha ideato la serata, ma spulciando nella programmazione futura del Teatro Binario 7 si scopre che non è stato certo un caso.

 

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