di Francesca Radaelli
Quando vivere il limite genera scrittura.
Si potrebbe forse sintetizzare così lo spirito da cui nasce il Premio SLAncio, il concorso letterario lanciato dal mensile Scriveresistere, la prima rivista scritta con gli occhi, nata nell’ambito del progetto della cooperativa La Meridiana di Monza che accoglie malati di SLA e persone in stato vegetativo. L’obiettivo di questa ultima iniziativa è coinvolgere le persone che nei più vari contesti di vita affrontano o hanno affrontato i grandi limiti dell’esistenza.
Se il limite è un ostacolo oggettivo, nella grande letteratura ha spesso rappresentato un’opportunità creativa eccezionale: basta pensare alla ‘siepe’ di Giacomo Leopardi che ha generato l’Infinito o al viaggio di Ulisse in Dante, oltre i limiti estremi del mondo.
Al di là del valore letterario, però, nel Premio SLAncio c’è soprattutto quello, tutto umano, della comunicazione e della condivisione di esperienze, per quanto dolorose e ‘al limite’ esse siano.
La scrittura per ‘aprire’ l’interiorità
“La vera scommessa di tutto il progetto SLAncio non è tanto garantire una prestazione sanitaria, ma dare un senso alla vita di chi è ospite nella nostra struttura”, ha spiegato il presidente de La Meridiana Roberto Mauri nel corso della conferenza stampa di presentazione del premio, condotta da Fabrizio Annaro. “Il Progetto Scriveresistere è l’ultima di una serie di iniziative che vanno in questo senso. Iniziative a cui i nostri ospiti hanno risposto in modo incredibile. Posso dire che sono loro a dare senso alla vita di tutti noi che lavoriamo a SLAncio”
“La scrittura offre la possibilità di scoprire la propria esistenza interiore, e creare un ponte verso l’esterno”, sottolinea la psicologa Luisa Sorrentino, caporedattrice Scriveresistere. “Io stessa entrando a SLAncio ho capito che tutti noi viviamo nella fragilità. Per questo abbiamo bisogno di accoglierla. Nella scrittura, a SLAncio abbiamo sperimentato la fragilità come fatto creativo. Ognuno di noi scopre la propria immobilità: tutti viviamo momenti in cui ci blocchiamo, abbiamo paura. Ed è proprio lo ‘slancio’ della redazione ciò che porta avanti il giornale: siamo gioiosi , scriviamo senza regole, scriviamo ciò che ci passa per la testa. Questo è ciò che vogliamo portare fuori attraverso il giornale: la bellezza di non fermarsi, non lasciarsi travolgere”.
Nel corso della conferenza sono stati ascoltati i messaggi di alcuni dei redattori di Scriveresistere, che raccontando il loro rapporto con la scrittura hanno lanciato un appello a partecipare al concorso. Uno di loro, Luigi Picheca, presente alla conferenza stampa, è intervenuto più volte, ‘parlando’ attraverso i suoi occhi, una lavagnetta con le lettere dell’alfabeto e la voce del figlio Valerio.
Luce, il tema di quest’anno
Il concorso prevede tre categorie: Racconto, Poesia e Aforisma. A giudicare gli scritti sarà una giuria composta da Arnoldo Mosca Mondadori, presidente; Pietro Coletta, scultore; Luca Crippa, scrittore; Ferruccio De Bortoli, giornalista; il presidente della Cooperativa La Meridiana Roberto Mauri; il direttore della Casa Circondariale di Monza Maria Pitaniello; l’attore Paolo Rossi; il giornalista Giangiacomo Schiavi; la psicologa Luisa Sorrentino.
Ogni anno per il concorso sarà proposto un tema. Per la prima edizione 2021 – 2022 è stata scelta la Luce. Ed è proprio la Luce il tema ripreso dallo scultore Pietro Coletta che ha realizzato il simbolo del premio: un’opera che attraverso la materia vuole comunicare la coesistenza in ogni creatura umana di Luce e di Tenebra. I tre vincitori oltre a un abbonamento al Corriere della Sera riceveranno anche un’opera dello scultore, realizzata su misura per ciascuno di loro.
“Grazie all’incontro con Luigi Picheca ho visto due simboli della vita, la sofferenza e la forza”, ha detto Pietro Coletta. “L’arte nasce da tutto questo, dal dolore e dalla gioia insieme, dalla tenebra e dalla luce. La luce ringrazia la tenebra di esistere, perché è la tenebra che la fa splendere”.
La Luce dentro il carcere
Obiettivo del Premio SLAncio è anche quello di favorire la cultura del giornalismo sociale, coinvolgendo non solo le testate giornalistiche nate in seno a contesti di fragilità, ma anche la società civile e la comunità tutta.
Tra i primi a cogliere l’opportunità c’è stato il carcere di Monza: il concorso verrà presentato ai detenuti che frequentano la scuola del carcere, che verranno spronati a partecipare. “Luce e ombra sono emblematici della realtà che dirigo”, ha sottolineato la direttrice della Casa Circondariale di Monza Maria Pitaniello intervenendo alla conferenza stampa. “Abbiamo il dovere morale di offrire la possibilità a chi sbaglia di trovare degli strumenti per ricominciare, dando loro strumenti di elaborazione”. Strumenti che stimolino anche la riflessione sulla realtà di chi si trova di fronte ad altri limiti e altre prigioni.
“Dalla conoscenza reciproca nasce il senso della comunità”, commenta saggiamente Luigi Picheca. Così come il malato di Sla non è la sua malattia, anche il detenuto non è il suo reato. Per questo il progetto rappresenta, conclude Maria Pitaniello, “un’ottima occasione per avvicinare realtà assimilabili tra loro”.
Comunicare e accogliere
Tra le intenzioni degli organizzatori del progetto c’è anche quella di portare gli scritti del concorso nelle scuole. Per combattere lo stigma, riflettere su come si possa affrontare la vita con un approccio resiliente e provare ad allargare lo sguardo.
“Del resto comunicare è una necessità. E’ importante abbattere i muri e aprire le porte per accogliere tutte le persone che sono accantonate dalla società. E’ una cosa che cerchiamo di fare in punta di piedi con il nostro concorso”.
Le parole finali sono di Luigi, pronunciate con gli occhi. Un bell’esempio di come si vive nel limite. Ogni giorno, senza arrendersi.
Le opere partecipanti al concorso dovranno essere inviate tramite email entro il 23 dicembre 2021 indirizzate a: [email protected].
Maggiori info al sito: https://cooplameridiana.it/al-via-il-premio-slancio-concorso-letterario/