Seconda giornata

SAM_1543Giornata difficile, questa seconda al torneo interetnico, che era iniziato con l’abituale spirito, che vuole andare ben oltre il fair play, ed infatti le prime tre partite si sono giocate nel pieno rispetto e condivisione degli ideali del Trofeo della Pace – non a caso arrivato alla nona edizione – un vero spettacolo di sport e amicizia, per i risultati vi rimandiamo alla sezione apposita. Poi sono scese in campo il Marocco e il GMI Milano, che purtroppo nel secondo tempo hanno man mano alzato i toni dello scontro puramente sportivo fino ad arrivare ad una rissa in campo, che seppure senza conseguenze, ha spinto gli organizzatori a sospendere la partita e squalificare entrambe le squadre, per dare un segnale forte, a prescindere dalle colpe dell’una o dell’altra squadra. 


Naturalmente il comportamento negativo di alcuni non pregiudicherà il regolare svolgimento della manifestazione, anzi verrà cercato il modo di coinvolgere i giocatori in questione in azioni concrete di riavvicinamento, peraltro già tutti i protagonisti si sono scusati l’un l’altro per il loro comportamento.

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Come ha scritto per l’occasione Dino Dolci, già VicePresidente dell’Ass. Nazionale Allenatori:

“Non deve meravigliare se spesso (nel calcio in particolare) ritroviamo comportamenti in contraddizione coi valori culturali, sociali, etici che vorremmo fossero l’essenza dello sport. I modelli che ci vengono proposti quotidianamente attraverso i media inevitabilmente lasciano traccia….In sintesi, anche lo sport ha bisogna di educazione, prima ancora di produrre educazione.


Ed è un processo che ha bisogno di buoni maestri, buone pratiche, ma anche tempi non brevi. Mettendo in conto anche le battute d’arresto, momentanee. Perché anche queste si tradurranno in motivazione ulteriore, a fare meglio.


Perché è ovvio che si possa fare meglio, soprattutto nella prevenzione, nella EDUCAZIONE ALLO SPORT. A tal fine anche l’episodio spiacevole deve diventare un’ opportunità, l’occasione per elevare il livello di sensibilità e responsabilità.


Facendo in modo che il caso, pur nella sua valenza negativa, possa essere posto all’attenzione per acquistare una funzione didattica e favorire la presa di coscienza e una risposta condivisa”.

 

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