Senso civico cercasi

di Daniela Zanuso

Che gli italiani non brillino in fatto di senso civico non è una novità. Il loro impegno per quello che viene definito il “bene comune” è piuttosto scarso, anzi, latita profondamente.  Parliamo di rispetto delle regole, di obbedienza alle leggi, di riguardo per  la natura e l’ambiente, di partecipazione alla vita sociale , per farla breve quei diritti-doveri che regolano la vita sociale. L’indagine statistica condotta da Ipsos con la collaborazione dell’Università Statale di Milano conferma che il senso civico è  posizionato agli ultimi gradini della classifica.

Ne emerge che la responsabilità è soprattutto della politica o meglio della sfiducia dei cittadini nei confronti di chi gestisce le sorti dello Stato. E siccome la sfiducia  provoca indifferenza e in alcuni casi addirittura atteggiamenti predatori verso gli altri e le risorse pubbliche, il risultato non cambia, anzi forse peggiora. Ne deriva una propensione  degli italiani a vivere i valori, ritenuti giustamente più importanti,  di famiglia, amicizia, vita affettiva, realizzazione sul  lavoro e salute in modo prevalentemente individuale e limitato alla propria cerchia intima di affetti. E per tutto il resto, chi se ne frega.

In questo panorama un po’ triste emergono però anche dati confortanti. Sono quelli relativi  sia allo smaltimento dei rifiuti e alla raccolta differenziata, sia al senso di solidarietà in caso di emergenze causate da catastrofi.  I dati mettono in luce una sensibilità in crescita su queste tematiche. Risulta infatti che per l’86% della popolazione la raccolta di vetro, lattine, carta, plastica, umido, pile e farmaci è diventata pratica quotidiana ed è considerata una delle attività  più semplici e immediate per contribuire al benessere della collettività. Inoltre,  9 italiani su 10 hanno messo mano al portafoglio per fornire un aiuto concreto nelle zone colpite dal terremoto del Centro Italia.

Il vantaggio che offre ad una comunità l’avere il senso civico è, oltre alla possibilità di usufruire  al meglio dei beni pubblici, un  sicuro risparmio economico per gli enti locali e una migliore qualità di vita per tutti. E in fondo non è così faticoso  impegnarsi cominciando dalle piccole cose,  per rendere migliore la nostra convivenza.

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