di Daniela Zanuso
Forbes l’ha definito uno degli under 30 più influenti in ambito tecnologico. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo martedì scorso 29 ottobre, durante la cena conviviale organizzata dalla sezione monzese di Ucid presso l’Hotel de La Ville a Monza. Davide Dattoli, bresciano, 28 anni, è il fondatore di Talent Garden, il più grande network di coworking europeo.
Obbiettivo della serata era quello di far conoscere questo giovane che si è messo in gioco e in pochi anni ha creato un’impresa di successo. Dopo il benvenuto del presidente di Ucid MB Aldo Fumagalli, Davide ha spiegato al pubblico presente in sala quali sono state le premesse che lo hanno spinto a lanciarsi in questo progetto di sviluppo ed investimento per un nuovo futuro tecnologico.
“Per secoli l’Italia è stata famosa per la sua capacità di costruire cultura, progresso, opportunità. Qui i talenti hanno trovato terreno fertile per sviluppare le loro capacità – ha esordito Dattoli – ma oggi ci siamo dimenticati di come si fa a costruire luoghi, momenti, incontri per valorizzare talenti. Siamo il quart’ultimo paese europeo per economia digitale e il problema fondamentale è la mancanza di competenze e di scuole in grado di offrire una preparazione adeguata che stia al passo con la velocità di cambiamento della tecnologia”.
E lancia una sfida: riprovare a creare opportunità. Una sfida, afferma, che va necessariamente affrontata se non vogliamo rimanere indietro e perdere i giovani talenti (250 mila negli ultimi 10 anni) che ancora oggi fuggono all’estero dove trovano opportunità migliori. E per farlo bisogna fare presto.
“Il nostro obbiettivo – prosegue Dattoli – è quello di aggregare talenti, far lavorare e collaborare professionisti, freelance, startuppers e investitori. Per riuscirci facciamo in modo che ogni giorno i nostri 3500 iscritti si sentano davvero a casa . Abbiamo aperto 26 sedi in 8 paesi europei e tutte sono concepite con spazi di aggregazione: bar, ristoranti, sale dove incontrarsi, perché è così che le persone che hanno idee da sviluppare possono confrontarsi e capire le opportunità. E’ la socialità che sviluppa relazione”.
Dattoli parla anche di un Europa che non esiste a causa delle diversità di cultura, lingua, leggi, ma che è al tempo stesso un bacino per costruire opportunità. E ribadisce l’esigenza di confrontarsi per superare una situazione negativa nella quale l’Italia si trova da almeno una quindicina di anni.
In poche parole la tecnologia deve essere al servizio del benessere, oltre che fonte di sostentamento. E’ questo l’architrave che sembra sostenere il progetto per il quale Dattoli ha raccolto 12 milioni di euro di investimenti, dimostrando che “l’innovazione attecchisce dove ci sono le idee e la capacità di organizzarle in progetti concreti”.
E’ così che ha preso forma ed è cresciuta la “famiglia globale” su cui Dattoli ha scommesso, quel “giardino di talenti” che ogni anno forma dai 200 ai 500 esperti pronti a buttarsi a capofitto nelle nuove opportunità. Dalla scuola di Dattoli escono programmatori, esperti di Big Data e Marketing Digitale, la maggior parte della quale (98%) trova un posto di lavoro nel giro di pochi mesi.
“Oltre la metà dei programmi falliscono perchè non si sviluppa la cultura digitale – prosegue – ed è per questo che la ‘fisicità’ diventa un tema fondamentale per crescere in questo settore. Bisogna creare socialità e ispirarsi ai distretti industriali che sono stati un punto di forza nella crescita e nello sviluppo del lavoro in Italia“.
Una serata interessante e ricca di spunti, come spesso succede agli incontri organizzati da Ucid Monza. E che fa ben sperare per il nostro futuro e quello di tanti giovani.