Si è inaugurata venerdì sera l’apertura della stagione di Parco Villa Tittoni a Desio.
Star della serata è stato Edda che negli anni ’90 fu con i Ritmo Tribale una delle voci più potenti del rock alternativo e dal 2010 è tornato a solcare i palchi come solista. Senza di lui, che nei primi anni ’90 abbiamo amato tantissimo con i Ritmo Tribale, probabilmente non ci sarebbero stati gli Afterhours, i Marlene Kuntz, i Subsonica. Perché Edda, con i suoi acuti fuori scala e il suo stile inconfondibile, nella scena rock italiana è stato un outsider, un apripista, l’artista che ha segnato un prima e un dopo.
A Parco Tittoni Edda ha presentato il suo nuovo album Fru Fru, uscito a febbraio per la Woodworm Label. Un disco meno rock del precedente, ma dove non manca il carattere e lo spirito del cantautore milanese. “Chant and be happy” è un motto del movimento hare krishna dei primi anni ’70 — ha detto Edda a proposito del disco — ma va benissimo per descrivere l’obiettivo che mi sono preposto con Fru Fru. I suoni sono molto importanti e anche se non ce ne rendiamo conto, influenzano in modo determinate la nostra esistenza. Vanno scelti bene”.
La serata si è aperta con la visita animata di Villa Tittoni, un viaggio imprevedibile nella storia della Villa nel quale alle guide di affiancano alcuni personaggi arrivati direttamente dal passato, nel periodo in cui la villa era abitata da principi e signori. A cura dell’Associazione Culturale GPG, questo è l’unico evento a pagamento della serata.
I primi salire sul palco principale sono stati gli amici dell’Associazione & Fondazione Stefania con il progetto Palco senza barriere , un’iniziativa finalizzata a includere le persone disabili nella realizzazione di un vero concerto live, con la preziosa collaborazione del trio patchanka La Malaleche.
A seguire il duo fiorentino composto da Filippo Santini e Giorgia Rossi Monti, in arte Manitoba, ha presentato le dieci canzoni del nuovo album Divorami, nel quale i due artisti si sono messi completamente a nudo, senza paura di sbagliare o di scavare troppo in se stessi. Il risultato è un album variopinto, che travolge l’ascoltatore in un viaggio in cui le voci s’intrecciano in maniera inedita fino a fondersi con l’R’n’B della sezione ritmica, l’elettronica dei synth e l’alternative rock delle chitarre graffianti.
A concludere la serata un evento speciale: allo scoccare della mezzanotte, nelle affascinanti sale della storica Villa Tittoni, gli archi dei KHORA Quartet, con la loro originale rilettura dei grandi classici del rock. I Khora quartet reinterpretano con gli archi questo e molti altri pezzi del panorama rock.
E Selvatico? La nostra nuova mascotte è in trepidante attesa… chissà se si farà vedere tra gli alberi del parco…
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