di Daniela Zanuso
Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Simone de Beauvoir, impegnata scrittrice, filosofa, intellettuale e femminista dello scorso secolo. Nacque a Parigi il 9 gennaio 1908, in una famiglia dell’alta borghesia che cadde però economicamente in disgrazia a causa dei dissesti finanziari del nonno paterno. Dimostrò fin da piccola una grande passione per lo studio e per la scrittura. Si laureò in lettere alla Sorbona e conseguì nel 1929 l’agrégation di filosofia, (idoneità all’insegnamento riservata ai migliori allievi).
Il suo pensiero, si fonda sulla filosofia esistenzialista, condivisa con il suo compagno di vita Jean-Paul Sartre. Dichiaratamente atea come Sartre, era solita ribadire che ateismo non è affatto sinonimo di disimpegno dalla morale, anzi induce alla formazione di una nuova etica della coscienza.
Scrisse numerosi romanzi e racconti, ma le sue opere sono perlopiù indirizzate all’approfondimento del ruolo e della condizione femminile nella società. “Il secondo sesso” è il libro che la rese famosa, le diede successo e al tempo stesso creò grande scandalo. Suddiviso in quattro parti, il saggio è una delle pietre miliari del femminismo.
Dapprima introduce l’essere donna dal punto di vista biologico, cioè delle scienze, poi dal punto di vista storico, la donna come presenza assente dalla storia che è scritta e fatta dagli uomini, dal punto di vista dell’immagine che i miti antichi fino a quelli più moderni, hanno sempre proposto della donna, per finire con la descrizione dell’evoluzione del vissuto femminile in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia.
La de Beauvoir denuncia che il dramma della donna nasce in quell’idea culturalmente trasmessa di essere inferiore. Data questa situazione, come farà a realizzarsi come essere umano? Con una frase, ancora oggi molto citata, concentrerà questo proposito nel recupero di un’identità femminile voluta e cercata: “Donna non si nasce, lo si diventa” Il saggio pubblicato in Francia nel ’49, (quattro anni dopo l’introduzione del voto alle donne) arriverà in Italia solo nel ’61, ma sarà ripreso negli anni settanta e diventerà l’imprescindibile tappa di una riflessione sull’essere donna, una mappa del pensiero femminista.
Una delle sue numerose frasi famose: “ La donna indipendente – e soprattutto la donna intellettuale che giudica la propria situazione – soffrirà, come donna, di un complesso di inferiorità; non ha tempo disponibile da dedicare alla sua bellezza cure così attente come una donna leggera e ambiziosa, la cui unica preoccupazione è di essere seducente” ( pag. 661 de “Il secondo sesso”).
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Donne non si nasce, lo si diventa… ed io lo divenni!!! Un abbraccio a tutte le mie amiche DONNE