di Daniela Annaro
A fine ottobre del 1839, il 30 per la precisione, a Parigi, nasce Alfred Sisley. I suoi genitori sono ricchi inglesi, ma lui passa alla storia per aver partecipato e vissuto intensamente una delle stagioni più significative della pittura francese: l’Impressionismo.
Un pittore impressionista un pochino anomalo e molto meno amato e apprezzato rispetto ai Monet, Renoir, Pissarro, Degas… E certo non perché fosse di origine inglese, o forse, anche per quello.
Diciottenne, i genitori lo mandano a studiare a Londra, loro sono commercianti affermati, ma lui pù che studiare economia, frequenta musei e apprezza molto le opere di John Constable e di William Turner, straordinari paesaggisti e inglesi come lui.
Quando rientra in Francia, nel 1861 a 22 anni, il suo destino è segnato: farà il pittore e non il ricco uomo d’affari. Nell’atelier di Charles Gleyre, dove apprende i rudimenti del disegno, conosce e diventa amico di Renoir, Monet e Frédéric Bazille. E lì che i quattro elaborano le prime considerazioni sul paesaggio, sulla necessità di uscire dagli studi, sul dipingere all’aria aperta, “en plein air“, per cogliere la luce, i suoi effetti in un ambiente naturale, per adeguare i canoni un po’ stantii degli insegnamenti accademici. Un atteggiamento che allora non piace molto ai benpensanti della pittura che amano l’ordine e le cose scontate.
Anni eroici e di appassionate discussioni e lavori (con relativi successi professionali) ,supportati dal gruppo di amici e di intellettuali, come per esempio Emile Zola. Anni felici e di favorevoli condizioni economiche sostenute dal patrimonio di famiglia. Per il giovane Sisley, tutto cambia nel 1871, quando il padre fallisce e lui deve farsi carico di se stesso e della famiglia. Cambia anche per i legami con gli altri amici impressionisti : loro non fanno più gruppo, prendono strade diverse, elaborano nuovi percorsi stilistici. Lui no, fedele a se stesso rimane fortemente ancorato al paesaggio, non rinnova il suo linguaggio, sensibile al rapporto con la natura, i fiumi, gli alberi, la campagna, il mare…
Una ricerca sicuramente realistica, ma intanto la pittura si orienta verso un dimensione intimista.
Gli ultimi anni, a partire dal 1896, sono i più difficili. Forti dolori reumatici ne minano la salute, l’ultima mostra retrospettiva è un fallimento, non vende nessuno dei 46 quadri in esposizione, due anni dopo muore la sua compagna di vita, Eugenie, e lui la segue a distanza di qualche mese. Muore l’11 gennaio del 1899. L’inglese Alfred ha solo 59 anni. Viene sepolto nel cimitero di Moret-sur-Loing, piccolissimo paese a nord della Francia dove ha sempre vissuto. A dirgli addio accorrono i suoi amici Renoir, Monet e Adolphe Tavernet.