di Valeria Savio
Napoli, novembre 2004: Aldo Montesi, quarantenne senza legami sentimentali, si è trasferito da Milano a Napoli per seguire uno zio del quale è alle dipendenze, ma si sente a disagio in questa città che percepisce come soffocante. Zio Sandro, imprenditore brianzolo di origini ischitane che ha dislocato la sua azienda al Sud, rappresenta per Aldo l’unica figura familiare di riferimento. L’uomo, infatti, non ha mai conosciuto il padre, morto poco prima della sua nascita, e ha perduto la madre in un incidente quando aveva solo quindici anni.
In crisi esistenziale, schiacciato da un’apatia che non gli permette di reagire più a nulla, Aldo trova conforto nel frequentare i cimiteri e nell’osservare il dolore di persone a lui sconosciute, affascinato da quelle lacrime che non è più capace di versare per sé. Lì riflette, inoltre, sulla funzione delle foto sulle tombe, che ritiene servano solo a spacciare i morti per vivi, e decide di non volere sulla propria futura lapide alcuna immagine che lo ritragga.
Ed è proprio andando via da un cimitero che Aldo viene avvicinato da uno sconosciuto, che, dopo avergli graffiato l’auto, gli intima di riferire un messaggio di minacce a suo zio; inoltre, all’arrivo a casa, trova l’appartamento completamente a soqquadro.
Chi è veramente Sandro Cimarea, e di quali traffici si occupa realmente la sua azienda? Aldo capisce di non averlo mai realmente saputo, e che tanti altri eventi, relativi alla sua famiglia, sono coperti da un velo di oscurità.
Spinto dalla paura dei nemici di suo zio, scappa da Napoli per ripercorrere i luoghi in cui ha vissuto in precedenza e recuperare tutte le sue foto, per distruggerle e non lasciare nessuna traccia visiva di sé.
Non immagina che, tentando di sfuggire al presente e di programmare il futuro, sta per intraprendere un viaggio che lo porterà a tuffarsi nel proprio passato.
In Sicilia, dove ha trascorso la prima parte della vita, rincontrerà Santina, il grande amore degli anni giovanili, mentre a Milano rivedrà Gavina, l’ex moglie, e Andrea, l’amico d’infanzia al quale è ancora legato affettivamente. Ricorderà aspetti della sua vita che aveva dimenticato, si vedrà attraverso gli occhi delle persone che un tempo gli erano vicine, e scoprirà cose che non aveva mai saputo, in un difficile percorso liberatorio che gli permetterà di dare un senso alla sua esistenza.
Roberto Ritondale, giornalista e scrittore salernitano, torna in libreria dopo il successo del precedente romanzo Sotto un cielo di carta, e propone ai lettori una storia intensa, dal ritmo serrato, in cui momenti drammatici, aspetti ironici della vita e colpi di scena si alternano con equilibrio, coinvolgendo il lettore e tenendone viva l’attenzione. Aldo, uomo adulto in cerca di sé stesso, ripercorre con sofferenza e ostinazione le tappe della sua esistenza e diventa una figura universale: quella di chi si trova, per scelta o per caso, a fare i conti con il proprio vissuto, non importa se per uscirne vincitore oppure vinto, ma per venirne fuori rafforzato dalla consapevolezza di sé che ha maturato durante il percorso.
Un romanzo che colpisce dritto al cuore, sostenuto da una scrittura curata, diretta e fluida: un’ottima prova d’autore, che conferma Roberto Ritondale fra gli scrittori più interessanti del panorama italiano.