di Carlo Rolle
Buongiorno, amici lettori,
inizio oggi la mia collaborazione con “La provocazione del bene”, per parlarvi di libri e di collane editoriali che amo. Fin dagli anni Cinquanta l’editoria italiana ha saputo produrre bellissime collane, per contenuti, veste grafica e progetti a lungo termine. Inizierò presentandovi alcuni libri di una delle più belle, famose e longeve collane editoriali italiane, la “Biblioteca” dell’editore Adelphi. Si tratta di una collana che ha fatto scelte editoriali coraggiose e poco convenzionali. Oggi vi propongo “Storie e leggende napoletane”, un libro di un autore di indiscussa reputazione: Benedetto Croce.
Oggi Benedetto Croce non è più molto letto. Non si tratta del fatto che l’idealismo non è stato più in auge nel Dopoguerra: Croce scrisse molte opere storiche, memorialistiche e di critica letteraria, che non implicano l’accettazione della sua impostazione filosofica. Tuttavia vi sono autori che, per la loro sterminata erudizione e l’importanza delle loro opere, possono incutere un sentimento di soggezione. Capita infatti di sentirsi inadeguati ad ingaggiare quella specie di lunga lotta a corpo a corpo che sarebbe la lettura di un loro libro.
Una tale soggezione non è – a mio modesto avviso – un sentimento del tutto positivo, come lo sono invece il rispetto e l’ammirazione. Vi è in essa qualcosa di torbido; vi si mischiano insicurezza, pigrizia, auto-indulgenza e, col tempo, magari anche risentimento. Questa soggezione è una forza potente anche se, per la sua diffusione ed il segreto in cui opera, passa del tutto inosservata. Eppure il suo potere su una comunità è pervasivo e nefasto.
La soggezione verso la cultura è un ospite subdolo, che ci può accompagnare silenziosamente per anni; finché, ad un certo punto della nostra vita, essa comincia a produrre sintomi visibili, poco attraenti ed ormai incurabili. Tra questi sintomi, che assurgono essi stessi all’importanza di autonome patologie, vi sono l’ignoranza auto-compiaciuta, la diffidenza verso la cultura e l’incapacità di comprendere testi impegnativi e spiegazioni complesse.
Uno di questi autori che incutevano soggezione è stato per me, almeno durante i primi trent’anni della mia vita, Benedetto Croce, autore della famosa “Estetica”, che i più dotti dei miei professori al liceo nominavano di frequente, di voluminosi libri di storia, di opere filosofiche, di trattati di analisi di testi letterari. Anche solo la quantità delle opere che il filosofo era riuscito a produrre mi annichiliva. Il fatto che esse riempissero, nelle edizioni Laterza, non un semplice ripiano, ma un’intera biblioteca bastava ad incenerire sul nascere ogni mia tenue speranza di potermi un giorno formare un’idea personale di questo autore.
Ma la miracolosa medicina che mi guarì da quest’insidiosa malattia comparve sul mercato nel 1990, lanciata da una delle maggiori case farmaceutiche europee: l’editore Adelphi.
Ed ecco qui il farmaco salvavita che mi guarì dalla soggezione verso Benedetto Croce! La medicina che me lo fece apprezzare e mi consentì di leggere in seguito, con grande piacere, altri suoi libri più impegnativi. È appunto “Storie e leggende napoletane”, pubblicato dalla celebre “Biblioteca”, l’ammiraglia tra le collane della Adelphi.
Non mi dilungo su questo libro incantevole, amici lettori. Vi lascio scoprire da soli, se lo vorrete, la storia affascinante di antichi edifici e quartieri di Napoli, nonché di foschi e semileggendari personaggi, che il Croce rincorse attraverso i secoli, grazie alla sua capacità di muoversi con agilità attraverso polverosi archivi e vetuste biblioteche, con la sua erudizione, la sua capacità di lavoro, la sua acribia di filologo, la sua competenza linguistica e la sua conoscenza dei contesti storici in cui erano nati i documenti e i carteggi da lui compulsati.
In questo libro, don Benedetto non è più solo un personaggio autorevole, un insigne filosofo ed esegeta di opere letterarie: è anche un amico, un conversatore pieno di ironia, e un segugio che vi guiderà per oscuri vicoli e palazzi in rovina, attraverso la Napoli dell’età barocca, fino a quella medievale e al mondo antico.
Con lui vi addentrerete, per esempio, sulle orme di Giovanni Boccaccio nel quartiere medievale del “Malpertuso” e conoscerete i suoi pittoreschi e loschi abitanti, abitanti realmente esistiti, anche se la storia e la letteratura praticamente non ne registrarono la presenza; oppure seguirete le tracce, attraverso leggende antichissime, del misterioso personaggio di Cola Pesce, metà umano e metà creatura marina: la sua storia affonda le sue radici nel mito; e così via, di leggenda in leggenda.
Buona giornata, amici lettori. Alla prossima!
In copertina: Lorenzo Lippi, “Allegoria della Simulazione”, circa 1650. Angers, Musée des Beaux Arts.