Tabula Picta. Dipinti tra Tardogotico e Rinascimento

di Francesca Milazzo

Tabula Picta in latino significa immagine, tavola di  legno su cui il pittore esprime il meglio di se’. E’ questo il titolo che la Galleria Salomon di Milano (via San Damiano,2) ha dato alla sua ultima mostra: Tabula Picta. Dipinti tra Tardogotico e Rinascimento (fino al 1 febbraio). Quindici dipinti su tavola, databili tra fine del Trecento e l’inizio del Cinquecento, documentano la ricchezza di un territorio, quello italiano, che dal Lazio alle Marche, passando per la Toscana e arrivando al nord, Lombardia compresa, ha saputo esprimere una complessità e un vivacità artistica di ampio spessore. Artisti  che cercano di parlare la stessa lingua pur con inflessioni e culture diverse.

Antoniazzo Romano

Tra i maestri presenti, il fiorentino Niccolò di Pietro Gerini  molto richiesto dalla ricca committenza toscana, come Antoniazzo Romano lo era per con la sua bottega romana. Il Maestro dell’Epifania di Fiesole, allievo del Ghirlandaio come lo fu Michelangelo Buonarroti, è presente con un’opera che fa proprie le influenze del Botticelli e di Jacopo del Sellaio.  Dipinti tutti in ottimo stato.

Le opere tutte di autori italiani – osserva il curatore Matteo Salomon – sono accumunate anche da uno straordinario  stato di conservazione, il che rappresenta una felice anomalia nell’ambito del collezionismo italiano. Fino a pochi anni fa, a differenza di quanto accadeva nle Regno Unito o negli Usa – in Italia si privilegiava la suggestione del nome del grande artista rispetto alla qualità conservativa del dipinto.

L’artista, dunque, valeva più dell’opera in se’, sorta di retaggio culturale dovuto in Italia a una tradizione critica alimentata da una notevole quantità di biografie di pittori e scultori.

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